Tutto sull’ulivo in un libro di Dina e Savina Ferorelli


VITTORIO POLITO
- La mitologia greca attribuisce alla giovane dea Atena la nascita dell’olio. Atena, anche dea dell’intelligenza, protettrice di virtù, quali la sapienza, la saggezza e le arti, nata dalla mente di Giove, rappresenta l’evoluzione dell’uomo ed il prevalere della mente contro gli elementi primordiali, quali la terra ed il fuoco. La mitologia vuole anche che a creare l’olivo fu la dea Minerva per stupire Giove, la realtà è che il leggendario albero dell’ulivo e l’olio, ricavato dai suoi frutti, hanno accompagnato la storia dell’umanità. Infatti, già ottomila anni fa l’ulivo veniva coltivato in Medio Oriente e le prime coltivazioni si ebbero probabilmente in Siria o a Creta. Furono i Fenici, in seguito, a diffondere l’ulivo su tutte le Coste del Mediterraneo, dell’Africa e del Sud Europa. Con i Greci le coltivazioni di ulivo divennero sempre più numerose, ma furono i Romani che provarono a coltivare in ogni territorio conquistato questi frutti polivalenti.

I frutti dell’ulivo sono stati presenti nella storia dell’uomo sin dall’antichità, sia nei riti sacri che nella vita quotidiana come simbolo di pace, forza e purificazione. Il valore religioso attribuito all’olio dagli antichi popoli dell’area mediterranea non dipende soltanto dalla venerazione, molto diffusa degli alberi in generale, ma anche dall’importanza alimentare della pianta. L’olio di oliva venne utilizzato sia per arricchire gli alimenti, sia nella massoterapia e nella cosmesi. Pare anche che la coltivazione dell’olivo sia una conquista legata a quella fase storica in cui le forme fondamentali di una civiltà sedentaria e agricola si sono costituite.

A farci conoscere l’ulivo, sia nella forma letteraria che in quella storico-scientifica, ci hanno pensato Dina e Savina Ferorelli che hanno pubblicato il volume “L’Ulivo, Sacro Graal della Vita” (WIP Edizioni), che a sua volta si compone di due parti: “L’Ulivo, Sacro Graal della Vita” e “L’Ulivo, albero della vita”, che ci aiutano con il loro libro a farci sapere tutto sull’ulivo.

La prima parte, letteraria, “richiama eventi esplosi dalla memoria, quadretti di vita concentrati intorno al lavoro ed evidenzia il coraggio ed il lamento degli ulivi, quell’energia vitale che si respira e si materializza a diretto contatto con questi giganti secolari, nostri solidali viaggiatori del mondo”.

Scrive nella prefazione alla prima parte, Giovanni Iacovelli, docente di lettere e già sindaco di Bitetto: “In questo solco millenario di cultura, di arte e di civiltà si innesta la poesia di Dina Ferorelli, la cosmogenesi risponde all’ansia di essere tutt’uno con la storia e dell’umanità sin dal suo nascere”. Una serie di poesie illustrano variamente l’ulivo. C’è anche una preghiera che cita l’ulivo, un’altra che esalta la nota oliva ‘tèrmite’ di Bitetto e, non manca neanche un acrostico.

La seconda parte, firmata da Savina Ferorelli, professore associato presso il Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco dell’Università di Bari, tratta la parte storica e tecnico-scientifica dell’ulivo, evidenziando il dramma della xilella che vede vaste zone di uliveti colpiti, insieme ai problemi dell’incuria, della siccità e dell’abbandono. Questa parte del testo passa in rassegna la longevità, l’etimologia del nome, gli aspetti botanici, le donne e la raccolta delle olive, le nuove tecnologie nel frantoio, la classificazione merceologica e non mancano neanche gli effetti benefici dell’olio extravergine di oliva che mi piace ricordare ai lettori: abbassa il livello del colesterolo, previene le malattie cardiovascolari, protegge il fegato, favorisce la digestione, regola l’intestino e nutre la pelle ed il cuoio cappelluto.

Antonio Scilimati, professore di Chimica Farmaceutica e Tossicologica dell’Università di Bari, che firma la prefazione a questa seconda parte, sottolinea che “Diffondere la cultura dell’olio extravergine di oliva fra i consumatori, utilizzare il nostro olio extravergine per la salvaguardia della salute, per prevenire l’insorgere delle malattie, valorizzare le nostre piante, sollecitarne la cura, sono gli obiettivi della presente raccolta nel suo insieme, perché la Puglia conservi le sue caratteristiche e il suo primato nell’ambito dell’olivicoltura in Italia”.

In copertina un dipinto di Chiara Stella Serena.

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