via Forsvaret twitter |
Le esplosioni hanno danneggiato il gasdotto gemello del Nord Stream 1, che non è mai stato adoperato poiché il governo tedesco ha rinviato la sua inaugurazione, fissata per l’inizio di quest’anno, dopo l’invasione russa ai danni dell’Ucraina. Le autorità danesi hanno proibito la navigazione e il sorvolo nei pressi della zona in cui è avvenuto il disastro, che si teme possa avere gravi ripercussioni sull’ambiente e sull’economia. Infatti, la prima conseguenza dell’accaduto è stata l’impennata della quotazione del gas naturale alla Borsa di Amsterdam, che è ha sfiorato i duecentodieci euro al megawattora per una crescita del 21%.
Il pensiero comune è che l’incidente sia stato causato da un sabotaggio. L’unico problema è che questa tesi è stata elaborata da più fronti e le accuse sono state mosse verso fazioni diverse. Il primo a citare un possibile sabotaggio è stato il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov. L’immediata risposta è giunta da Varsavia, dove il viceministro degli Esteri polacco, Marcin Przydacz, ha fatto notare come la politica russa sia rinomata per essere aggressiva e che, avendo scatenato una guerra contro l’Ucraina, non ci si dovrebbe stupire se la Russia provochi l’Europa occidentale con qualsiasi mezzo.
Kiev parla di atto terroristico nei confronti dell’Unione Europea e la Germania è convinta che le perdite di gas verificatesi nello stesso giorno non possono essere una coincidenza. La NATO sta tuttora indagando sulle dinamiche del disastro, mentre gli Stati Uniti dichiarano di essere pronti a sostenere gli alleati europei. (Antonio Bottalico)