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(Foto di Mattia Parodi) |
MILANO - Horto, questo il nome del nuovo progetto gastronomico voluto da Osvaldo Bosetti e Diego Panizza, è un invito a riscoprire il contatto con la natura, elevandosi dal caos della metropoli. La filosofia è presto detta: sperimentazione e sostenibilità, ispirata da una nuova filosofia che valorizza il locale, ma anche innovazione ed equilibrio etico. “Il mondo continua a dirci che dobbiamo cambiare il modo in cui approcciamo la quotidianità e il rapporto con il tempo. Il progetto di Horto è volto al desiderio di proporre un nuovo modello, partendo da questa consapevolezza, dalla cucina e dal rapporto con il locale, grande ricchezza molto spesso dimenticata”, dichiarano i due co-fondatori Bosetti e Panizza, che hanno hanno formulato il concetto di ora etica: una filosofia che valorizza il territorio con una filiera corta e un modello che propone una nuova sinergia tra cucina e territorio.
Horto lavora solo con i territori di prossimità, coinvolgendo partner con grande esperienza nella gestione delle materie prime: alcune qualità di carne e latticini derivano Cirenaica a Robecchetto, gli ortaggi dalla Cascina Fascina ad Abbiategrasso e da Iside a Sulzano, il pesce di lago dalla Pescheria Montisola, il latte da Baronchelli a Lodi, il riso da Cavalieri d'Italia a Giussano, mentre il pane da Tondo a Milano.
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Foto di Francesca Moscheni
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Lo studio GLA (Genius Loci Architettura) ha seguito il progetto in toto, dall’interior design alla ristrutturazione dell’intero complesso. Il risultato è un ambiente etereo, organico e avvolgente, dove la scelta dei materiali è guidata dalla logica del “zero waste”. Le pareti sono rivestite con intonaco di riso che si ottiene riutilizzando gli scarti derivati dalla lavorazione agricola e industriale del riso, mentre ogni elemento del parquet è realizzato con legno di recupero, proveniente da vecchie acetaie. Il coordinamento dell’ambiente è stato curato dalla preside del dipartimento della Scuola del Design del Politecnico di Milano, Luisa Collina, che spiega: “Ed è proprio dal dialogo tra città e territorio, dalla ricerca di equilibrio tra otium e negotium, tra tradizione e sperimentazione, che prende forma Horto”, dichiara Collina, un luogo in cui la cultura del cibo, l’ambiente, il servizio e l’identità visiva si offrono al visitatore in modo integrato, esprimendosi con lo stesso tono di voce. Uno dei principi-guida per la creazione di Horto è l'idea di raffinatezza che risuona con essenza piuttosto che con apparenza, con una particolare attenzione per la qualità dei materiali e dei dettagli.
Raffaella Colombo, architetto e docente, ha curato l’ambiente terrazza, che si presenta con un progetto immersivo e sperimentale che celebra la storia del giardino medievale italiano: “I colori, le masse vegetazionali, le armonie e i disequilibri botanici, muteranno, spontaneamente e stagionalmente, includendo periodi di stasi, essenze morte e manti misti, in divenire e calpestabili, su cui cenare. Sulla terrazza di Horto ci si immergerà in ciò che è delicato, per rivelare sensibilità più intime e segrete del paesaggio ricreato e gioire dell’eccellenza culinaria in modo più rilassato”.