C. G. - Il giorno primo ottobre si svolgerà presso il Palazzo Baronale di Prata Principato Ultra
(Avellino) la presentazione dibattito del testo di Raffaele Sinno “Le identità dei Generi -
Valutazioni e prospettive”, volume che si avvale di una prefazione del filosofo Francesco Bellino e
di una postfazione della prof. Carla Della Penna (Aracne editrice, Roma 2021).
Questo lavoro scientifico vuole contribuire, con una posizione di sintesi e di incontro, ad una riflessione riguardo un tema attualissimo di pertinenza sociale, politica ed etica, in merito ai diritti delle identità di genere. L’impianto della ricerca si intuisce dall’uso appropriato della terminologia, dato che il “Genere” è elevato ad assioma (dignità) con il suo plurale (Generi).
Il testo, inserito negli studi definiti dell’Alleanza dei Generi, prospetta un confronto fiduciario-inclusivo di ogni diversità attraverso una consapevole formazione delle coscienze. Si rende manifesta una terza posizione che si contrappone a quella dei diritti rivendicati oppure negati, evidenziando gli eccessi ideologici di coloro che limitano la libera scelta della persona riguardo la propria identità di genere, o sul versante opposto chi propone l’intercambiabilità non sostenuta da un appropriato percorso di sostegno individuale.
«L’identità dei generi è a un bivio. Superata la fase dei modelli tradizionali sessisti si è svelato il pericolo della manipolazione dei corpi da parte della tecnoscienza. Riemerge lo stupore dell’essenziale: il valore di ogni persona nella sua libertà di amare. Le trasformazioni socio- culturali della libera scelta del genere confermano – conclude Sinno – che il corpo deve essere un habitus in cui si deve inserire una consapevole autodeterminazione, rispettosa di qualsiasi orientamento di genere.
Un indirizzo rimane fondamentale: il rispetto e la dignità di ogni essere umano, qualsiasi sia il suo orientamento di genere».
Per modificare il nostro atteggiamento dobbiamo essere pronti ad ascoltare, anche quando l’altro non riesce ad esprimersi, sostenere ogni debolezza, non giudicare, perché ogni giudizio fa sfiorire ogni narrazione personale.
La realtà è sempre in movimento, in continuo divenire e mutare, ed è più veloce della rielaborazione scritta dei fatti e degli avvenimenti, sempre più viva e feconda e deve essere letta nella sua complessità come momento di apertura al cambiamento, come possibilità di aprire la mente a numerose interpretazioni dell’essere, nel suo difficile e spesso doloroso cammino verso la consapevolezza dell’identità.
Non in corpo sbagliato forse in un mondo errato, che ha smarrito l'anima e la capacità di saper accogliere senza pregiudizi e precompressioni. È tempo oramai di accettare ogni differenza, una prospettiva che sia saldamente ancorata alla considerazione della diversità di ogni essere umano.
Questo lavoro scientifico vuole contribuire, con una posizione di sintesi e di incontro, ad una riflessione riguardo un tema attualissimo di pertinenza sociale, politica ed etica, in merito ai diritti delle identità di genere. L’impianto della ricerca si intuisce dall’uso appropriato della terminologia, dato che il “Genere” è elevato ad assioma (dignità) con il suo plurale (Generi).
Il testo, inserito negli studi definiti dell’Alleanza dei Generi, prospetta un confronto fiduciario-inclusivo di ogni diversità attraverso una consapevole formazione delle coscienze. Si rende manifesta una terza posizione che si contrappone a quella dei diritti rivendicati oppure negati, evidenziando gli eccessi ideologici di coloro che limitano la libera scelta della persona riguardo la propria identità di genere, o sul versante opposto chi propone l’intercambiabilità non sostenuta da un appropriato percorso di sostegno individuale.
«L’identità dei generi è a un bivio. Superata la fase dei modelli tradizionali sessisti si è svelato il pericolo della manipolazione dei corpi da parte della tecnoscienza. Riemerge lo stupore dell’essenziale: il valore di ogni persona nella sua libertà di amare. Le trasformazioni socio- culturali della libera scelta del genere confermano – conclude Sinno – che il corpo deve essere un habitus in cui si deve inserire una consapevole autodeterminazione, rispettosa di qualsiasi orientamento di genere.
Un indirizzo rimane fondamentale: il rispetto e la dignità di ogni essere umano, qualsiasi sia il suo orientamento di genere».
Per modificare il nostro atteggiamento dobbiamo essere pronti ad ascoltare, anche quando l’altro non riesce ad esprimersi, sostenere ogni debolezza, non giudicare, perché ogni giudizio fa sfiorire ogni narrazione personale.
La realtà è sempre in movimento, in continuo divenire e mutare, ed è più veloce della rielaborazione scritta dei fatti e degli avvenimenti, sempre più viva e feconda e deve essere letta nella sua complessità come momento di apertura al cambiamento, come possibilità di aprire la mente a numerose interpretazioni dell’essere, nel suo difficile e spesso doloroso cammino verso la consapevolezza dell’identità.
Non in corpo sbagliato forse in un mondo errato, che ha smarrito l'anima e la capacità di saper accogliere senza pregiudizi e precompressioni. È tempo oramai di accettare ogni differenza, una prospettiva che sia saldamente ancorata alla considerazione della diversità di ogni essere umano.