La scopa tra curiosità e proverbi


VITTORIO POLITO
- La scopa è l’arnese per spazzare i pavimenti, costituito da un manico su cui è innestata una spazzola formata da rametti di saggina, erica o altro arbusto, oppure da setole sintetiche. Oggi c’è anche la scopa elettrica, una sorta di aspirapolvere, o il robot che ha la stessa funzione. La scopa anticamente fu ritenuta dotata di poteri magici e simbolici. È nota la fiaba di Johann Wolfgang Goethe “L’apprendista stregone”, che trasforma la scopa in uno stregone, liberandolo dalle tribolazioni. Nell’antica Cina era proibito dimenticare una scopa nelle camere mortuarie, perché si pensava che il morto potesse fare ritorno sotto forma di spettro dai lunghi capelli. Anche i giocatori pare che evitassero le scope in quanto oggetti che potrebbero “spazzare via la fortuna al gioco”.

Vi sono espressioni come “aver mangiato il manico di scopa”, detto a persona che va in giro impettita, con aria altezzosa; oppure “essere magro come una scopa”, detto a persona molto magra, ecc.

La scopa era anche mezzo di locomozione delle streghe, che in epoca freudiana era connessa al fallo, ma prima di Freud la forza della scopa era connessa al fatto di essere costituita da infinite punte, e le punte, in linguaggio magico sono emanazioni di forze. La strega volava in virtù delle emanazioni di queste forze, come a cavalcioni di un razzo. La scopa non doveva mai essere acquistata d’agosto, né stare in mezzo alla stanza, né a rovescio, non si doveva spazzare la sera e la notte per non attivare spiriti maligni assopiti. Cambiando casa si gettavano tutte le scope vecchie. Scopare quindi non era un gesto irrilevante e la scopa doveva essere maneggiata con attenzione.

La scopa è anche un gioco di carte in cui una carta prende l’uguale e, se prende tutte le carte presenti sul tavolo da gioco, fa “scopa”, che vale un punto.


Vediamo i proverbi.

Vale più una casa scopata che un fuso filato. È più importante avere la casa pulita e in ordine che una quantità di lavoro di filatura portato a termine.

Scopa la casa che passa il prete! Si dice alle donne in gran faccende per pulire la casa. Ogni anno, in occasione della benedizione della casa, nel periodo pasquale, si usa (o usava) pulire la casa a fondo, le cosiddette pulizie pasquali o di primavera.

Chi scopa la casa al mattino, caccia via gli spiriti. Si vuole che nella notte si annidino nella casa presenze impure che, facendo pulizie al mattino e dando aria alle stanze, siano costrette ad andarsene.

Chi non scopa la casa sposerà un tignoso. Chi non ama la pulizia della casa sposerà un malato di tigna. Altra superstizione del passato, sempre finalizzata ad esaltare le qualità di brava massaia della donna.

Curiosità

Nell’antico Messico si teneva una festa della scopa e dello spazzare (Ochpaniztli = spazzare secondo il Calendario azteco), durante la quale si celebrava l’antica ‘dea ctonia Teteo-innan’, allo scopo di scacciare sventure e malattie. Il termine è usato nella storia delle religioni per indicare la stessa connessione con la terra anche per figure di altre civiltà religiose. Nell’iconografia cristiana la scopa è l’attributo di santa Marta, insieme all'aspersorio, alle chiavi, al mestolo, al secchiello e al drago.

Si racconta che la moglie di un calzolaio tedesco, avendo senza saperlo immerso il manico della sua scopa in un vaso che conteneva l’unguento delle streghe, si pose istintivamente a cavalcioni sul manico stesso e si sentì trasportata a Bruch, dove si celebrava la “tregenda” (convegno notturno di diavoli, spiriti dannati o streghe durante il quale si effettuano, secondo le leggende popolari di origine nordica, danze allucinanti e malefizi).

Un proverbio francese avverte “Se pulisci la casa con una scopa verde in maggio, scopi via anche il padrone di casa”. Può essere un suggerimento?

La superstizione vuole anche che “Se una ragazza cammina sul manico di una scopa sarà madre prima di sposarsi”, ma oggi questa evenienza è diventata di attualità, senza camminare sul manico di scopa.

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