BARI - L’influenza subita dalla musica nel Sud Italia durante la dominazione aragonese è il tema portante di «Cimbalu d’amuri», il concerto ispirato al titolo di un’anonima tarantella siciliana del Seicento cui darà vita l’Arianna Art Ensemble per il festival Anima Mea diretto da Gioacchino De Padova. Tre gli appuntamenti in programma, venerdì 30 settembre, in matinée (ore 11), nel Laboratorio Rigenera, a Palo del Colle, e poi in serale sabato 1° ottobre (ore 20.30) nella sala San Giuseppe del Redentore, a Bari, e domenica 2 ottobre (ore 20.30) a Palazzo Beltrani, a Trani.
Attraverso la musica e la recitazione, «Cimbalu d’amuri», che Anima Mea presenta in collaborazione con MusicaMente di Palermo, mira a ricreare l’atmosfera dell’Italia meridionale durante la dominazione spagnola con uno spettacolo frutto di una ricerca storica di Paolo Rigano, autore di un’indagine specifica sulle musiche italiane e spagnole del Sei-Settecento che, collegate da un testo del racconto «Canto perché l’amor non passa» di Gianfranco Perriera, vengono eseguite con gli affascinanti strumenti e la corretta prassi esecutiva dell’epoca dall’Arianna Art Ensemble.
Guidata dallo stesso Rigano, specialista di chitarra barocca, la formazione è composta da Debora Troìa (voce), Silvio Natoli (tiorba e colascione), Cinzia Guarino (clavicembalo) e Matteo Rabolini (percussioni), nella cui interpretazione si potranno ascoltare diversi anonimi accanto a musiche di tre compositori e chitarristi iberici attivi tra Diciassettesimo e Diciottesimo secolo, Gaspar Sanz, José Marin e Santiago De Murcia, oltre al clavicembalista napoletano Domenico Scarlatti, la cui carriera esplose proprio a Madrid.
Dunque, il concerto si propone di ripercorrere le relazioni tra Sud Italia e Spagna instaurate sin dal 1503 con l’ingresso delle truppe di Ferdinando il Cattolico, con il passaggio del Regno di Napoli alla corona d’Aragona e l’inizio dell’amministrazione spagnola, durata poi duecento anni. Il consolidarsi della dominazione in molte parti della nostra penisola, nonché il conseguente stabilirsi di viceré e governatori, di luogotenenti principeschi con tutto il loro seguito importato dal paese natio, generò uno scambio culturale e un flusso di artisti e musica tra i due territori. E queste due culture non solo erano accomunate dalla matrice cattolica, ma rappresentavano da secoli un baluardo stesso della cristianità . Inoltre, la dominazione iberica lasciò profondi segni linguistici, culturali e stilistici, come emerge guardando al repertorio delle danze e delle musiche popolari. Si verificò, infatti, un’ardita e affascinante operazione culturale che portò a una fusione degli elementi musicali della tradizione spagnola con i suoni e i colori siculo-napoletani, come questo concerto vuole mettere in luce.
Info biglietti e prenotazioni 353.4130148 e lamoroso.it/animamea.
Attraverso la musica e la recitazione, «Cimbalu d’amuri», che Anima Mea presenta in collaborazione con MusicaMente di Palermo, mira a ricreare l’atmosfera dell’Italia meridionale durante la dominazione spagnola con uno spettacolo frutto di una ricerca storica di Paolo Rigano, autore di un’indagine specifica sulle musiche italiane e spagnole del Sei-Settecento che, collegate da un testo del racconto «Canto perché l’amor non passa» di Gianfranco Perriera, vengono eseguite con gli affascinanti strumenti e la corretta prassi esecutiva dell’epoca dall’Arianna Art Ensemble.
Guidata dallo stesso Rigano, specialista di chitarra barocca, la formazione è composta da Debora Troìa (voce), Silvio Natoli (tiorba e colascione), Cinzia Guarino (clavicembalo) e Matteo Rabolini (percussioni), nella cui interpretazione si potranno ascoltare diversi anonimi accanto a musiche di tre compositori e chitarristi iberici attivi tra Diciassettesimo e Diciottesimo secolo, Gaspar Sanz, José Marin e Santiago De Murcia, oltre al clavicembalista napoletano Domenico Scarlatti, la cui carriera esplose proprio a Madrid.
Dunque, il concerto si propone di ripercorrere le relazioni tra Sud Italia e Spagna instaurate sin dal 1503 con l’ingresso delle truppe di Ferdinando il Cattolico, con il passaggio del Regno di Napoli alla corona d’Aragona e l’inizio dell’amministrazione spagnola, durata poi duecento anni. Il consolidarsi della dominazione in molte parti della nostra penisola, nonché il conseguente stabilirsi di viceré e governatori, di luogotenenti principeschi con tutto il loro seguito importato dal paese natio, generò uno scambio culturale e un flusso di artisti e musica tra i due territori. E queste due culture non solo erano accomunate dalla matrice cattolica, ma rappresentavano da secoli un baluardo stesso della cristianità . Inoltre, la dominazione iberica lasciò profondi segni linguistici, culturali e stilistici, come emerge guardando al repertorio delle danze e delle musiche popolari. Si verificò, infatti, un’ardita e affascinante operazione culturale che portò a una fusione degli elementi musicali della tradizione spagnola con i suoni e i colori siculo-napoletani, come questo concerto vuole mettere in luce.
Info biglietti e prenotazioni 353.4130148 e lamoroso.it/animamea.