ROMA - E’ allarme nelle campagne con l’arrivo di forti temporali che si abbattono su terreni secchi che se non riescono ad assorbire l’acqua subiscono allagamenti ma anche frane e smottamenti. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’ondata di maltempo con l’allerta della protezione civile in molte Regioni per rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento.
La grandine – sottolinea la Coldiretti – è la più temuta in questa fase stagionale per i danni irreversibili che provoca alle coltivazioni di frutta e verdura nei campi, alla vendemmia in pieno svolgimento e agli ulivi dove sta per iniziare la raccolta. Una situazione che rischia di far salire il conto dei danni in una stagione in cui per effetto del clima anomalo che, tra siccità e maltempo, – evidenzia Coldiretti – hanno già superato i 6 miliardi di euro, pari al 10% della produzione nazionale.
A preoccupare è il ritorno del maltempo nelle Marche dove – secondo la Coldiretti – sono oltre cinquecento le aziende agricole gravemente colpite dall’alluvione con danni ingenti a coltivazioni, attrezzature, mezzi agricoli, laboratori di trasformazione, rimesse e magazzini di stoccaggio, oltre alle strade poderali. Nei territori colpiti dal maltempo sono a rischio, denuncia Coldiretti, anche le semine autunnali di orzo, avena e grano nei terreni dove si sono accatastati rifiuti di ogni genere e aperte voragini impraticabili anche per i trattori.
Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
La prima perturbazione di autunno arriva infatti dopo una estate che dal punto di vista climatologico è stata la seconda più bollente mai registrata nella Penisola con una temperatura media superiore di ben +2,06 gradi rispetto alla media, su valori vicini al massimo registrato nel 2003, secondo la Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr che registra le temperature dal 1800. Ma l’estate che si è finita – conclude la Coldiretti – si classifica come la peggiore del decennio con ben 1642 trombe d’aria, grandinate e bufere di acqua e vento, in aumento di oltre cinque volte rispetto all’inizio del decennio sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd).