"Ieri la Giunta regionale ha annunciato in pompa magna che ha approvato una delibera per utilizzare i fondi dell’art. 20 della legge 67 dell’88 per il completamento con arredi e attrezzature del nuovo ospedale San Cataldo di Taranto e per avviare la gara per la costruzione del nuovo ospedale del Nord Barese, tra Bisceglie e Molfetta. Per il 'San Cataldo' 105 milioni di euro, per il complesso del Nord Barese 192,5 milioni di euro, vale a dire, complessivamente, 297.5 milioni" si legge in una nota del consigliere regionale, Luigi Caroli.
"E bene ha fatto. Non mi sognerei mai non considerare giusta l’attenzione che viene riservata alla Sanità in qualsiasi territorio pugliese, ma allo stesso tempo non posso che rammaricarmi per la continua disattenzione nei confronti della provincia di Brindisi. Perché sia chiaro, nonostante l’entusiasmo di qualche collega consigliere regionale per la costruzione del nuovo ospedale al Nord di Brindisi, questo sorge in territorio Barese, a Monopoli, non in quello Brindisino! Il tutto mentre il Perrino di Brindisi è al collasso e medici e personale paramedico appena possono scappano a gambe legate verso altre strutture ospedaliere, provocando non pochi contraccolpi sul piano della qualità dei servizi sanitari. E mi chiedo: ma per gli ospedali di Francavilla e Ostuni non si possono recuperare risorse ex art 20? O devo pensare che le ristrutturazioni e gli ampliamenti non danno quella visibilità che danno gli ospedali di nuova costruzione. Prendiamo il nosocomio di Francavilla Fontana: è al limite della fruibilità, le sale operatorie, nonostante le nostre continue sollecitazioni, sono al limite della praticabilità, e da oltre due anni attendiamo l’attivazione del Reparto di Rianimazione. Per quello di Ostuni, che l’estate è l’ospedale di riferimento di molti turisti della Valle d’Itria, nonostante il cronoprogramma del completamento della piastra siamo ancora a niente, niente cantiere, niente di niente. Si sono recuperati poco più di sei milioni, ma sono ancora da reperire le somme per il reparto di degenza con 32 posti letto del secondo piano e tutte le opere di completamento. Ma se per la medicina ospedaliera le cose vanno male, per quella territoriale anche peggio: quale futuro viene ipotizzato alla ASL di Brindisi per i PPIT di Ceglie Messapica, Cisternino, Mesagne e San Pietro Vernotico? Il direttore della ASL, Flavio Roseto, dia delle risposte immediate. Possibile che per i brindisini non ci possa essere una Sanità al pari dei pugliesi delle altre province? Perché il presidente Emiliano e l’assessore alla Sanità Palese continuano a mortificare il nostro territorio?" si legge ancora nella nota di Luigi Caroli.