Olio, modifiche al decreto sulle Organizzazioni dei Produttori: per la Puglia è inaccettabile intesa su emendamento introdotto in sede di Conferenza Stato-Regioni

BARI - “Come Regione Puglia non possiamo accettare l’intesa raggiunta su alcune modifiche al Decreto riguardante le disposizioni nazionali sui programmi operativi delle Organizzazioni e Associazioni di Produttori (OP e AOP) del settore dell’olio d’oliva e delle olive da tavola. Si tratta di modifiche che definiamo irragionevoli perché penalizzano fortemente un intero programma di investimenti strategico per il tutto comparto olivicolo pugliese. Ed è per questo motivo che ho scritto al coordinatore della Commissione Politiche Agricole (CPA) della Conferenza delle Regioni per esprimere il disappunto della struttura regionale e dell’intero settore produttivo olivicolo. Ma anche per le modalità poco trasparenti in sede di discussione dell’emendamento del quale avremmo piuttosto richiesto come Puglia immediata cancellazione”. Lo rende noto l’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia dopo la seduta del 14 settembre della Conferenza Stato-Regioni che, anche senza il presunto parere positivo di alcune regioni in sede di consultazione tecnica, ha sancito l’intesa sulle modifiche al decreto ‘Disposizioni nazionali sui programmi operativi delle OP e AoP del settore dell'olio d'oliva e delle olive da tavola’.

“La contrarietà alle modifiche introdotte – sottolinea - riguarda prevalentemente la scelta del parametro indicato per il calcolo del valore della produzione commercializzata (VPC) di olio maturato nell’anno solare 2022, anziché nell’anno 2021, che penalizza l’attività di programmazione delle OP: il rischio grave sarebbe quello di definire futuri programmi operativi sfalsati e non adeguati alle reali condizioni delle nostre imprese. Ricordo che il piano Strategico Nazionale prevede l’avvio delle attività di programmazione a partire dal 1° gennaio 2023, e pertanto i programmi delle O.P. dovranno essere approvati non oltre il 31 dicembre 2022. Dunque tale calcolo introdotto riferito al 2022 costringerebbe irragionevolmente le nostre aziende a programmare delle attività entro l'anno sulla base di un dato la cui certificazione avverrà solo successivamente. Per le nostre amministrazioni il rischio altrettanto elevato è quello di approvare programmi operativi non attendibili e suscettibili di notevoli oscillazioni”.

“Per tutti questi motivi, ampiamente condivisi dalle associazioni di rappresentanza olivicola, ribadiamo come Regione la nostra forte contrarietà rispetto alle decisioni assunte in sede di Conferenza e, come ho comunicato al coordinatore della CPA, anche la scarsa trasparenza in sede di discussione. La Puglia – conclude - ne avrebbe chiesto immediata cancellazione condizionando l’accoglimento poi della proposta ministeriale”.