LECCE - Questa mattina, dopo cinque mesi di arresti domiciliari, è stata revocata la misura cautelare emessa nei confronti del consigliere comunale ed ex assessore Andrea Guido. È stato lo stesso Gip che aveva disposto il suo arresto, Maria Luisa Miranda, ad accogliere l’istanza di revoca presentata dagli avvocati Ivan Feola e Andrea Sambati, sulla base delle risultanze delle indagini difensive.
Guido dovrà rispettare soltanto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria alle 9 del mattino e a giorni presenterà un’istanza in Prefettura per tornare a rivestire la carica di consigliere comunale.
L’inizio del processo è fissato per il 17 ottobre e l’ex consigliere non sceglierà riti alternativi, fiducioso di poter dimostrare la propria correttezza e la sua totale estraneità ai fatti contestati nel corso dell’istruttoria dibattimentale.
“Sono stato tenuto lontano dalle persone e dai luoghi che amo. Chiedo scusa a tutti coloro che contavano su di me e che non ho potuto aiutare per cause di forza maggiore. È questo oggi il mio tormento più grande, un rimpianto che porterò con me per tanto tempo.
Sono stato travolto all’improvviso da una vicenda più grande di me, in cui rappresento solo un numero tra 60 altri indagati, e alla quale sono totalmente estraneo. Sono amareggiato, non posso certo nasconderlo. Ma ho toccato con mano i veri problemi della Magistratura italiana, ovvero la carenza del personale nelle cancellerie e negli uffici necessari al funzionamento di questo organo. La mia istanza di revoca della misura cautelare, infatti, è stata presa in esame soltanto in questi giorni dal giudice titolare del fascicolo, dopo quasi 5 mesi, poiché in precedenza erano disponibili soltanto i GIP di turno, e fa piacere, almeno, che oggi sia stata accolta dallo stesso organo che ne aveva ordinato l’esecuzione.
Adesso potrò portare in aula i risultati delle indagini difensive dei miei avvocati, Ivan Feola e Andrea Sambati, grazie ai quali oggi posso tornare al mio quotidiano impegno in favore della comunità leccese, e dimostrare una volta per tutte, nelle sedi preposte, la mia totale estraneità agli accadimenti che hanno generato il procedimento penale in corso”.
“Sono stato tenuto lontano dalle persone e dai luoghi che amo. Chiedo scusa a tutti coloro che contavano su di me e che non ho potuto aiutare per cause di forza maggiore. È questo oggi il mio tormento più grande, un rimpianto che porterò con me per tanto tempo.
Sono stato travolto all’improvviso da una vicenda più grande di me, in cui rappresento solo un numero tra 60 altri indagati, e alla quale sono totalmente estraneo. Sono amareggiato, non posso certo nasconderlo. Ma ho toccato con mano i veri problemi della Magistratura italiana, ovvero la carenza del personale nelle cancellerie e negli uffici necessari al funzionamento di questo organo. La mia istanza di revoca della misura cautelare, infatti, è stata presa in esame soltanto in questi giorni dal giudice titolare del fascicolo, dopo quasi 5 mesi, poiché in precedenza erano disponibili soltanto i GIP di turno, e fa piacere, almeno, che oggi sia stata accolta dallo stesso organo che ne aveva ordinato l’esecuzione.
Adesso potrò portare in aula i risultati delle indagini difensive dei miei avvocati, Ivan Feola e Andrea Sambati, grazie ai quali oggi posso tornare al mio quotidiano impegno in favore della comunità leccese, e dimostrare una volta per tutte, nelle sedi preposte, la mia totale estraneità agli accadimenti che hanno generato il procedimento penale in corso”.
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