Criticare? È l’arte di chi non sa fare


VITTORIO POLITO -
I recenti risultati elettorali hanno favorito da parte di molti giornalisti, commentatori politici, quaquaraquà, tuttologi di Facebook, ecc., critiche, previsioni, sentenze, insomma tutti bravi a prevedere il futuro di una nuova entità politica che, con ogni probabilità, guiderà il prossimo Governo. Tutti esperti a fare previsioni, tacciare di fascismo, nazifascismo, prevedere sciagure di ogni genere, insomma i “critici futurologi” hanno già previsto tutto (?). Ma questa è un’altra storia.

Criticare significa sottoporre a esame critico o al proprio giudizio: un’opera d’arte, un libro, biasimare, censurare, trovare da ridire su qualcosa sempre e comunque. Mentre la critica è la facoltà intellettuale che rende capaci di esaminare e valutare con cognizioni di causa un’opera dell’ingegno, un’opera d’arte, un’opera letteraria o musicale, un saggio, un fatto politico, ecc. Attenzione però che la critica si fa dopo, non prima.

Esprimere criticamente i propri giudizi su fatti politici o altro è cosa semplice e facile. Intorno a queste “faccende”, girano molti proverbi. Lo scrittore Zeusi (IV sec. a.C.), pose su un suo quadro la seguente epigrafe “Invisurum aliquem facilius quam imitaturum” (È più facile che uno lo invidi che lo emuli), mentre allo storico greco di Atene, Apollodoro (120-110 a.C.), si attribuisce il motto “Sarà criticato piuttosto che emulato”.

Secondo Samuel Johnson (1709-1784), critico letterario, poeta e saggista “Meglio essere attaccato che passare inosservato. Perché la peggior cosa che si possa fare a uno scrittore – ad esempio – è non parlare delle sue opere”. Io, invece conosco, un presuntuoso, arrogante e ignorante personaggio, che puntualmente “critica a modo suo” tutto e tutti, al solo scopo di mettersi lui in evidenza.
I proverbi che dicono?

Chi non sa fare si mette a criticare.
La critica è l’arte di chi non sa fare. La critica malevola, fine a se stessa è lo sfogo degli impotenti, di coloro che vorrebbero fare e non sanno.
Chi non fa, critica. Chi è incapace di fare si sfoga esprimendo giudizi poco benevoli e, più è incapace, e più critica.
Criticare è un’arte facile. Riesce a tutti, non costa fatica, né ci vuole troppa intelligenza.
È più facile criticare che far meglio. È più facile trovare difetti a quello che gli altri hanno fatto che fare le stesse cose in modo migliore.

E ricordate che secondo il filosofo Friedrich Nietzsche (1844-1900), “Gli insetti pungono non per cattiveria ma perché vogliono vivere anche loro, vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore”.

Infine, alcuni criticanti, che si improvvisano critici, sono coloro che hanno fallito nella vita e tentano, con i loro insulsi giudizi, di evidenziare solo i difetti degli altri. Insomma una vera e propria invidia.