Enrico Petrelli (intervista): "Fare l'arbitro è una vocazione"

ph: Samuel Fava

PIERO CHIMENTI -
"Fare l'arbitro è una vocazione". Con queste parole Enrico Petrelli, 43enne arbitro pugliese di wrestling della federazione italiana Wrestling Megastars, che può vantare la collaborazione con il telecronista Michele Posa, ci introduce nel mondo del wrestling italiano, raccontandoci com'è nata la sua passione per il ring. 

Enrico, alla vigilia dello show 'La notte dei Campioni', in programma il prossimo 30 ottobre a Bologna, ci spiega cosa si dovranno aspettare i fans del ring e com'è lo stato di salute della federazione italiana rispetto alla più rinomata WWE americana.


Com'è nata la tua passione per il wrestling?

È una lunga storia d’amore! È nato tutto negli anni 80, quando un amico dei miei genitori mi piazzava davanti alla tv a guardare il catch (ovvero la NJPW, la federazione giapponese più importante), commentato da Tony Fusaro, con leggende come Tiger Mask, Antonio Inoki, Giant Baba, che poi rivedevo nelle puntate de L’Uomo Tigre, che già allora era il mio cartone animato preferito. Poco tempo dopo sarebbe arrivata la WWF sulle reti Fininvest, con Dan Peterson al commento e il giovane Enrico che si appassionava alle gesta di Hulk Hogan, Ultimate Warrior, dei Legion of Doom, ma soprattutto di Jake The Snake Roberts, che ha fatto nascere in me la passione per i “cattivi”, al punto da farmelo tatuare sull’avambraccio qualche anno fa. Potrei andare avanti per ore, ti basti sapere che la passione non si è mai spenta e che ancora oggi seguo il wrestling costantemente, sia la WWE e la AEW che federazioni “minori” come GCW , ROH o NWA.


Qual è stato il tuo percorso nella federazione per diventare arbitro?

Qualche anno fa la Wrestling Megastars, federazione con cui collaboro con sede a Bologna, aveva organizzato un evento con lottatori americani ex, WWE, come Chris Masters, Ken Anderson (conosciuto in WWE come Mr. Kennedy) e soprattutto Rob Van Dam, accanto a lottatori europei e soprattutto locali, e furono soprattutto questi ultimi a colpire me e i miei amici, perché davvero non avevano nulla da invidiare ai colleghi d’oltreoceano: parlo soprattutto di atleti come King Danza e Red Scorpion, entrambi poi miei allenatori e maestri, ma anche Nico Narciso o VP Dozer. Poco tempo dopo ho deciso di andare a provare ad allenarmi con loro, nel Bologna Wrestling Team fondato proprio da Red Scorpion. Lì ho imparato a superare i miei limiti fisici e mentali, oltre a frequentare seminari con leggende del wrestling come Chris Masters, Tajiri, Carlito e addirittura Ultimo Dragon, e ho deciso poi di non diventare lottatore (avevo già 39 anni!) ma di essere un manager, figura con la quale ho esordito. Più tardi c’era la necessità di avere un arbitro nella federazione, e mi è stato chiesto di ricoprire questo ruolo: ho accettato con gioia, e ho scoperto una vocazione, perché è un compito che mi affascina e mi appassiona.

Quanto può essere importante il ruolo dell'arbitro per rendere più spettacolare l'evento?

Il ruolo dell’arbitro è assolutamente fondamentale! Offre una mediazione importante tra il buono e il cattivo, controlla che tutto dentro e fuori dal ring sia svolto alla perfezione (è spesso compito dell’arbitro coordinare lo staff) e non è raro che venga coinvolto direttamente nella lotta. Io in particolare, avendo una struttura fisica importante, tendo anche a usare la forza per farmi rispettare, e questo può portare a reazioni inaspettate e anche violente.

Qual è la condizione di salute del wrestling italiano? Cosa serve per avere una risonanza d'immagine come la più nota WWE americana?

Non è una domanda a cui è facile rispondere. Da un lato c’è sempre uno zoccolo duro di appassionati che segue con passione le vicende del wrestling italiano, dall’altro siamo lontani dal boom dei primi anni 2000 e ci sono una marea di federazioni indipendenti che sicuramente offrono prodotti eccezionali grazie ad atleti davvero dotatissimi, ma allo stesso tempo è facile perdersi. La fortuna è che tra molti c’è un clima di amicizia e collaborazione, cosa che io amo molto, quindi è facile che atleti di altre federazioni vengano a lottare in Wrestling Megastars e io possa arbitrarli: con molti di loro c’è ormai un rapporto di amicizia, ed è quello che mi piace di questo mestiere.
C’è anche da dire che il covid ha dato un duro colpo al nostro settore, ma contiamo di tornare ai numeri che facevamo prima, grazie anche al fatto che il nostro show è disponibile online sul canale YouTube di Michele Posa, l’uomo che da più di vent’anni è il telecronista italiano della WWE.

È in arrivo la notte dei Campioni. Cosa si dovranno aspettare il fans del wrestling?

Si devono aspettare uno show grandioso! Il nostro campione King Danza subirà l’attacco dell’ex campione Cannonball Jason, un ragazzo giovanissimo ma dalle capacità incredibili, tutti i nostri veterani saranno sul ring e ci saranno dei debutti importanti, vogliamo dimostrare che il livello del wrestling italiano è assolutamente altissimo e competitivo, anzi, suggerisco davvero ai lettori di guardare il nostro show su YouTube perché si divertiranno! E poi chissà, magari riusciremo a organizzare uno spettacolo in Puglia.