Musa, al secolo Samuele Ranalli, è la nuova penna del panorama musicale italiano, un artista sensibile e carismatico che mette a nudo le sue emozioni, raccontando la capacità di amare senza paure.
‘’Marte in ariete - racconta Musa – nasce da uno dei miei primi approcci alla scrittura e, come la maggior parte dei miei pezzi, proviene dall’esigenza di imprimere in musica eventi, persone o situazioni che in qualche modo mi hanno segnato. Il pezzo ruota attorno ad un transito astrologico che vedeva Marte nel segno dell’ariete; ciò avrebbe portato a delle conseguenze, buone e non. Nel mio caso porto una persona che mi ha lasciato tanto in pochissimo tempo. Di conseguenza ogni attimo passato insieme contava più del precedente, poiché eravamo entrambi consapevoli che passata quella settimana, di noi sarebbe rimasto solo un ricordo o un follow sui social. Come tutti i miei pezzi, è stato concepito come un piano e voce, ma successivamente stravolto con suoni elettronici che rendono l’esperienza più immersiva’’.
Un viaggio che accompagna l’ascoltatore nel mondo musicale del giovane artista, con una melodia che accarezza l’anima e dove il pop abbraccia l’elettronica.
Cosa rappresenta per te questa vittoria?
Di sicuro una conquista. Non capita spesso di avere la possibilità di far ascoltare al pubblico un proprio prodotto, di mettersi a nudo e aprire agli altri il proprio mondo. È sempre bello potersi confrontare con stili totalmente diversi dal proprio e conoscere artisti nuovi e appartenenti a generi diversi.
Qual è il messaggio che vuoi mandare attraverso le tue canzoni?
Ho sempre visto la musica come un modo per comunicare all’ascoltatore il proprio stato d’animo, le proprie sensazioni. Tramite la musica cerco sempre di raccontare qualcosa, una storia o un avvenimento reale, come andassi ad imprimere in una foto un momento in particolare.
Dove ti piacerebbe arrivare con la tua musica?
Non ho grandi pretese, ma di sicuro mi piacerebbe che più gente possa avere modo di sentire cosa ho da dire, di entrare nel mio mondo e scoprire cosa c’è dentro. Soprattutto perché ciò che amo più nella musica è il potersi immedesimarsi nella storia di qualcun altro, essere indirettamente compreso da qualcuno che ha vissuto una storia simile alla tua. Mi piacerebbe che qualcuno potesse fare lo stesso con la mia musica.