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È da agosto che i russi si stanno lentamente ritirando da Kherson e, sinora, sono arretrati di venti chilometri. In seguito alla controffensiva ucraina verso sud, le autorità filorusse si sono rivolte a Mosca per essere supportate nell’evacuazione dei civili dalla regione. Il Cremlino ha accolto la richiesta ma è stato chiaro nell’affermare di non voler ritirare le truppe da Kherson, poiché cedere la città al nemico significherebbe aprire uno spiraglio verso la possibile riconquista della Crimea.
Nel frattempo, Zaporizhzhia è costantemente sotto attacco e il governatore della regione ha suggerito ai residenti di trovare riparo nei rifugi e rimanerci. Sulla città continuano a piovere bombe e i raid hanno causato una ventina di morti, tra cui bambini, e almeno sessanta feriti. Le sirene antiaeree continuano a risuonare senza sosta nei quartieri e, in uno dei distretti, un grosso incendio ha richiesto l’intervento dei servizi specializzati. Si scava ancora nelle macerie del condominio abbattuto lo scorso 9 ottobre e il bilancio delle vittime è salito a dodici.
Quest’oggi, in Ucraina si celebra la Giornata dei Difensori della Patria e il presidente Zelensky ha esortato i cittadini a prestare attenzione come non mai agli allarmi aerei. Il leader ucraino ha dichiarato: “Gratitudine a tutti coloro che hanno combattuto per l’Ucraina in passato e a tutti coloro che stanno combattendo ora. A tutti coloro che hanno vinto allora e a tutti quelli che vinceranno sicuramente adesso. Vincere per coronare con successo la lotta di molte generazioni della nostra gente. Gente che ha sempre desiderato più di tutto una cosa: la libertà, per sé e per i propri figli”. (Antonio Bottalico)