Castellana Grotte, sabato 12 novembre il 'Trofeo Franco Pace'


CASTELLANA GROTTE (BA) - Si giocherà sabato 12 novembre 2022, a partire dalle ore 16, presso lo stadio Azzurri d’Italia di Castellana Grotte (Ba) la prima edizione dell’evento sportivo “L’Allenatore dei Sogni - Trofeo Franco Pace”, quadrangolare di calcio a 7 in memoria dell’indimenticato Franchino, scomparso lo scorso settembre 2021, Cavaliere della Repubblica, portiere nel Castellana ed in altre squadre di città limitrofe, poi allenatore di calcio di Juvenilia prima, A.S. Castellana e dell’A.S. Grotte poi, educatore sportivo, e tutore dell’ordine con i diversi ruoli ricoperti nel Corpo di Polizia Municipale di Castellana Grotte.

L’evento, promosso da Calciomania Castellana e Comune di Castellana Grotte, ideato e organizzato dalla famiglia di Franco Pace e da una costituenda associazione, vedrà in campo le rappresentative di Amministrazione Comunale di Castellana Grotte, Polisportiva Juvenilia, As Grotte e Società Sportive di Castellana Grotte.

Quattro squadre da sette giocatori che si affronteranno in due partite da 30 minuti per un pomeriggio all’insegna del ricordo, dello sport e dei sogni da inseguire e da allenare: l’evento inizierà alle ore 16 con il quadrangolare di calcio amatoriale e si concluderà alle ore 19 con le premiazioni e gli interventi delle autorità.

Sarà naturalmente lo stadio Azzurri d’Italia l’impianto individuato per il torneo, scenario delle attività sportive di Franco Pace, ma anche dei tantissimi allievi di Franchino, a cui in qualche modo è dedicato l’evento per un viaggio a ritroso nella memoria.

“Il Trofeo ha un significato di continuità in quello che lui ha sempre cercato di fare negli anni in cui ha allenato: divertirsi insieme ed imparare a rispettarsi facendo sport, meglio, giocando a calcio. Il calcio per lui è stato il mezzo per livellare le diversità, per colmare le differenze, per dare una speranza di riscatto e di opportunità a tutti - hanno commentato i rappresentanti della famiglia Pace - Vogliamo dare seguito alla sua missione non solo giocando a calcio, ma anche e soprattutto con azioni concrete di sussidiarietà attiva, di cui è stato artefice a suo modo, prima ancora che questo termine fosse coniato e prima ancora che fosse riconosciuta la figura professionale degli educatori di strada. Il tutto nella viva speranza che lui continui a vivere nella contaminazione di azioni sempre più diffusive in favore dei bambini e degli adolescenti della nostra comunità”.