Consiglio monotematico Capitanata, Tutolo: la 'Questione Capitanata' ad alcuni non interessa e lo hanno dimostrato
BARI - "Almeno si è posta la questione "sviluppo della Provincia di Foggia". Dopo due anni di richieste, finalmente, il Consiglio monotematico sul futuro della Capitanata si è svolto alla presenza di quasi la metà dei sindaci del territorio e di alcuni parlamentari pugliesi, con la partecipazione del viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, del presidente della Provincia Nicola Gatta, dei procuratori e prefetti di Foggia e Bari, nonché di autorità civili e rappresentanze sindacali". Così in una nota il consigliere regionale Antonio Tutolo (Gruppo Misto).
"Se da un lato - prosegue - mi ha fatto piacere ascoltare che la Capitanata fa (ancora) parte della Puglia e deve crescere con essa, dall'altro ho avuto conferma che il lavoro da fare per recuperare lo squilibrio territoriale di cui è vittima il Foggiano ci vorranno impegno e tempo. Due fattori a me favorevoli, perché non ho alcuna intenzione di rinunciare alla battaglia per la provincia che rappresento. Turismo, agricoltura, industria hanno bisogno di interventi urgenti e straordinari che vadano di pari passo al contrasto alla "Quarta Mafia" e alla criminalità diffusa, concause del mancato sviluppo. Costringere Governo nazionale e regionale a "ragionare" insieme sulle prospettive di investimento è un merito che mi attribuisco oggi, dopo le tante difficoltà che ho dovuto affrontare per portare problemi e prospettive della Capitanata alla massima Assise regionale. Ma sono consapevole che è solo l'inizio di un percorso che impiegherà molti anni. Ma è il compito che mi hanno affidato 600 mila cittadini e che porterò avanti. Provo rabbia se penso a che cosa ho dovuto sopportare e fare per parlare di una parte della Regione Puglia che ha dei problemi che vanno risolti. Ci sono le soluzioni, perché questa non è una terra arida dove non è possibile creare sviluppo, ma manca la volontà. La verità è che pochi hanno questa voglia e anche oggi ho percepito che sono pochi ad averla. Io continuerò a battermi, perché questa battaglia la sento dentro, io vivo in quell’area, che mi ha dato tanto e sento di dover ricambiare con il mio impegno serio. Poi, se c'è qualcuno, come ho visto e sentito, che si è appuntato la medaglietta... beh, sono certo che quando si tratterà di andare avanti non lo vedrò al mio fianco. Mi è piaciuto l’intervento del Viceministro Sisto su più punti, per esempio, quello sulla autonomia differenziata, ma non il passaggio sulla revisione della geografia giudiziaria, in particolare quando ha detto che quello è un intervento che bisogna fare a livello nazionale; la Capitanata non ha gli stessi problemi delle altre zone ed è qualcosa di eccezionale, lo sanno tutti. Posso capire che lui non se la sentiva di impegnarsi e questo è un fatto di serietà, però va affrontato quel tema, perché quella è stata una riforma sciagurata. E ne sono talmente convinto che l'eco delle nostre rimostranze inascoltate si sentirà di nuovo, in forme diverse dal passato. Dopo di che, ho sentito da altri cose poco interessanti, ma soprattutto non vedo voglia di incidere, non vedo quell’ardore determinante per cambiare le cose. La dimostrazione è che non è stato deliberato alcun ordine del giorno. Purtroppo, bisogna lavorare ancora per convincere le persone che esiste un problema e questo non va bene. Il problema c’è e va affrontato, non bisogna nasconderlo. Infine, il non aver concesso la parola ai parlamentari pugliesi presenti oggi e ai sindaci è stato un grave errore, frutto di un’organizzazione di questo Consiglio particolarmente lacunosa, perché quando uno non vuol fare qualcosa ed è costretto a farlo questi sono i risultati. La verità è che la seduta di oggi non interessava a tutti e, anzi, a qualcuno non fregava proprio" conclude Tutolo.
"Se da un lato - prosegue - mi ha fatto piacere ascoltare che la Capitanata fa (ancora) parte della Puglia e deve crescere con essa, dall'altro ho avuto conferma che il lavoro da fare per recuperare lo squilibrio territoriale di cui è vittima il Foggiano ci vorranno impegno e tempo. Due fattori a me favorevoli, perché non ho alcuna intenzione di rinunciare alla battaglia per la provincia che rappresento. Turismo, agricoltura, industria hanno bisogno di interventi urgenti e straordinari che vadano di pari passo al contrasto alla "Quarta Mafia" e alla criminalità diffusa, concause del mancato sviluppo. Costringere Governo nazionale e regionale a "ragionare" insieme sulle prospettive di investimento è un merito che mi attribuisco oggi, dopo le tante difficoltà che ho dovuto affrontare per portare problemi e prospettive della Capitanata alla massima Assise regionale. Ma sono consapevole che è solo l'inizio di un percorso che impiegherà molti anni. Ma è il compito che mi hanno affidato 600 mila cittadini e che porterò avanti. Provo rabbia se penso a che cosa ho dovuto sopportare e fare per parlare di una parte della Regione Puglia che ha dei problemi che vanno risolti. Ci sono le soluzioni, perché questa non è una terra arida dove non è possibile creare sviluppo, ma manca la volontà. La verità è che pochi hanno questa voglia e anche oggi ho percepito che sono pochi ad averla. Io continuerò a battermi, perché questa battaglia la sento dentro, io vivo in quell’area, che mi ha dato tanto e sento di dover ricambiare con il mio impegno serio. Poi, se c'è qualcuno, come ho visto e sentito, che si è appuntato la medaglietta... beh, sono certo che quando si tratterà di andare avanti non lo vedrò al mio fianco. Mi è piaciuto l’intervento del Viceministro Sisto su più punti, per esempio, quello sulla autonomia differenziata, ma non il passaggio sulla revisione della geografia giudiziaria, in particolare quando ha detto che quello è un intervento che bisogna fare a livello nazionale; la Capitanata non ha gli stessi problemi delle altre zone ed è qualcosa di eccezionale, lo sanno tutti. Posso capire che lui non se la sentiva di impegnarsi e questo è un fatto di serietà, però va affrontato quel tema, perché quella è stata una riforma sciagurata. E ne sono talmente convinto che l'eco delle nostre rimostranze inascoltate si sentirà di nuovo, in forme diverse dal passato. Dopo di che, ho sentito da altri cose poco interessanti, ma soprattutto non vedo voglia di incidere, non vedo quell’ardore determinante per cambiare le cose. La dimostrazione è che non è stato deliberato alcun ordine del giorno. Purtroppo, bisogna lavorare ancora per convincere le persone che esiste un problema e questo non va bene. Il problema c’è e va affrontato, non bisogna nasconderlo. Infine, il non aver concesso la parola ai parlamentari pugliesi presenti oggi e ai sindaci è stato un grave errore, frutto di un’organizzazione di questo Consiglio particolarmente lacunosa, perché quando uno non vuol fare qualcosa ed è costretto a farlo questi sono i risultati. La verità è che la seduta di oggi non interessava a tutti e, anzi, a qualcuno non fregava proprio" conclude Tutolo.