Nodo ferroviario, Regione Puglia impugnerà la sentenza del TAR
BARI - “La Regione procederà all'impugnazione della sentenza. Siamo dispiaciuti di questa sentenza ma confidiamo nella giustizia. Il Consiglio di Stato aveva già bocciato la sospensione dei lavori che il Tar Puglia aveva emesso d'urgenza. Quindi noi siamo convinti che il Consiglio di Stato seguirà l'orientamento già espresso e sbloccherà il cantiere”. Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a margine della Conferenza delle Regioni che si è tenuta oggi a Roma, rispondendo alle domande dei giornalisti sul nodo ferroviario.
“Il Tar ha annullato un’autorizzazione paesaggistica per vizi formali, con i lavori che sono oltre la metà” ha spiegato Emiliano.
Secondo l’Avvocatura regionale, il Tar di Bari si è dichiaratamente discostato dalle indicazioni del Consiglio di Stato in sede cautelare e ha tutelato l’interesse dominicale dei proprietari a sacrificio dell’interesse pubblico alla celere realizzazione di un’opera strategica che le comunità locali attendono da molto tempo.
Secondo il giudice amministrativo di primo grado, l’accoglimento del ricorso avrebbe l’effetto di bloccare i lavori in relazione alla parte dell’opera ferroviaria che interferisce con la proprietà privata, spingendosi ad affermare il possibile spostamento del tracciato ferroviario progettato da RFI.
La sentenza, di fatto, comporta invece una dannosa interruzione dei lavori di realizzazione dell’intero intervento e una inammissibile regressione del procedimento di quasi dieci anni, che riporta le lancette dell’orologio alla fase della progettazione preliminare, se non addirittura alla fase dello studio di fattibilità, in cui gli Enti preposti avevano già analizzato le varie opzioni e verificato la mancanza di soluzioni alternative al tracciato prescelto, anche da un punto di vista ambientale e paesaggistico. Insomma il Tar ha cancellato dal mondo giuridico le successive e laboriose fasi procedimentali, ormai concluse, che hanno condotto all’esecuzione dei lavori in corso determinando la concreta inattuabilità di qualunque altra alternativa progettuale. La scelta di uno specifico tracciato è inevitabilmente ed inscindibilmente connessa ad una più ampia infrastruttura lineare, che ha già cominciato ad avere esecuzione.
“Il Tar ha annullato un’autorizzazione paesaggistica per vizi formali, con i lavori che sono oltre la metà” ha spiegato Emiliano.
Secondo l’Avvocatura regionale, il Tar di Bari si è dichiaratamente discostato dalle indicazioni del Consiglio di Stato in sede cautelare e ha tutelato l’interesse dominicale dei proprietari a sacrificio dell’interesse pubblico alla celere realizzazione di un’opera strategica che le comunità locali attendono da molto tempo.
Secondo il giudice amministrativo di primo grado, l’accoglimento del ricorso avrebbe l’effetto di bloccare i lavori in relazione alla parte dell’opera ferroviaria che interferisce con la proprietà privata, spingendosi ad affermare il possibile spostamento del tracciato ferroviario progettato da RFI.
La sentenza, di fatto, comporta invece una dannosa interruzione dei lavori di realizzazione dell’intero intervento e una inammissibile regressione del procedimento di quasi dieci anni, che riporta le lancette dell’orologio alla fase della progettazione preliminare, se non addirittura alla fase dello studio di fattibilità, in cui gli Enti preposti avevano già analizzato le varie opzioni e verificato la mancanza di soluzioni alternative al tracciato prescelto, anche da un punto di vista ambientale e paesaggistico. Insomma il Tar ha cancellato dal mondo giuridico le successive e laboriose fasi procedimentali, ormai concluse, che hanno condotto all’esecuzione dei lavori in corso determinando la concreta inattuabilità di qualunque altra alternativa progettuale. La scelta di uno specifico tracciato è inevitabilmente ed inscindibilmente connessa ad una più ampia infrastruttura lineare, che ha già cominciato ad avere esecuzione.