ROMA - I tempi stringono e la scadenza del 31 dicembre 2022 è alle porte, ma le risposte tardano ad arrivare. La delibera della Giunta Regionale n. 1399 pubblicata sul BURP del 25.10.2022 non soddisfa affatto le richieste delle aziende pugliesi che tra qualche mese si troveranno a fare i conti con una restituzione della premialità del 10%, prevista dal Titolo II capo 3 Circolante, messa in campo dalla Regione Puglia durante la prima grande ondata pandemica per supportare le imprese del nostro territorio. La misura del 2020 “Aiuti agli investimenti delle piccole e medie imprese” prevedeva infatti un ulteriore contributo del 10% a favore delle aziende che, per beneficiare della somma, avevano l’obbligo vincolante di mantenere entro la fine 2022 i livelli occupazionali del 2019.
Unimpresa, per il tramite del suo consigliere nazionale Giovanni Assi e della presidente Unimpresa Puglia Fara Bellini, non ci sta ed è categorica: è necessario sospendere ogni tipo di esborso finanziario da parte delle aziende per la restituzione del 10%, un’ulteriore penalizzazione con l'esclusione delle aziende beneficiarie dalla partecipazione di future misure agevolative, come prevedeva l’azione messa in campo dalla regione.
La regione non può ignorare che il mancato impegno del mantenimento delle unità lavorative assunto nel 2020 derivi da circostanze del tutto estranee alla volontà dei nostri imprenditori e per cause esterne ed inimmaginabili, così come non può ignorare quelle che potrebbero essere le conseguenze che una simile misura potrebbe comportare per le nostre aziende ed a cascata sui lavoratori, le loro famiglie e, più in generale, sul tessuto economico pugliese. Le nostre imprese negli ultimi 24 mesi hanno subìto ben 5 ondate pandemiche, un conflitto russo-ucraino con relativi impatti economici, un'inflazione quasi a doppia cifra ed un ritocco al ribasso del carrello della spesa a +11% (un dato che non si registrava nel nostro Paese dal 1983). Tutto questo non può essere soddisfatto con quanto scritto nella delibera regionale che prevede semplicemente la possibilità di recedere spontaneamente dall'impegno preso del mantenimento dei livelli occupazionali entro il 31 dicembre 2022, restituendo le somme percepite in un’unica soluzione al fine di evitare la penalizzazione per i successivi sei anni.
A tal proposito mercoledì 9 novembre 2022 il consigliere regionale Paride Mazzotta, capogruppo di Forza Italia, che ha fatto suo il problema delle aziende sostenendo la battaglia di Unimpresa, ha protocollato alla presidente del Consiglio regionale Loredana Capone una mozione con la quale chiede la proroga dell'impegno al mantenimento dei livelli occupazionali riferiti all'anno 2019, portandolo al 31 dicembre 2023 anziché al 31 dicembre di quest’anno, ormai prossimo.