FRANCESCO GRECO - Adorato dal regista danese Lars von Trier (“Per me è un Dio”), la sua opera, sette film (da “L’infanzia di Ivan” del 1962 a “Nostalghia” dell’83), oggi è studiata nelle scuole di cinema di tutto il mondo.
Alexandra Gureva vi trova “bellezza e silenzi filosofi”. La BBC mette quattro dei suoi fra i migliori film stranieri di tutti i tempi. E dire che Andrej Tarkovsij se ne andò ancora giovane (54 anni), almeno con i parametri che ci siamo dati nel XXI secolo. Era nato infatti a Zavrazh’e, una cittadina della Russia centrale, nel 1932, è morto a Parigi nel 1986. Fu poliedrico, multitasking come si dice oggi: regista, sceneggiatore, critico di cinema, montatore, scrittore. Insomma, un autore-cult da scannerizzare, riscoprire, restituire a nuova vita a 90 anni dalla nascita.
Deve averlo pensato anche la regista pugliese di nascita (Santa Maria di Leuca) e romana di adozione, Donatella Baglivo, che al regista sovietico ha dedicato una robusta biografia da poco uscita per Protos Edizioni (casa editrice fondata da giovani donne nel centro storico, Rione Monti, della Capitale).
“Accadde in moviola”, pp. 472, € 45, è stato appena presentato alla Casa del Cinema di Roma (Largo Marcello Mastroianni, Sala Gian Maria Volontè): propone circa mille foto, e poi testimonianze, interviste, documenti, materiali (molti dei quail inediti), lezioni di regia, riflessioni sul cinema e quant’altro.
Di lui parlano, fra gli altri, Federico Fellini, Franco Zeffirelli, Tonino Guerra, il greco Theo Anghelopulos.
Il cv della Baglivo lascia intuire la potenza filologica e semantica di un lavoro definitivo. A 15 anni si diploma disegnatrice di moda, a 18 firma come montatrice il suo primo lungometraggio, a 19 apre il “Ciak Studio” diventando la più giovane imprenditrice cinematografica italiana. Oltre che regista, sceneggiatrice, produttrice, esperta di montaggio, lavora per la Rai e imprenditori privati, montando documentari, inchieste, pubblicità, trailer di film e sceneggiati.
Negli anni ’80 conosce Tarkovskij con cui collabora e che diverrà poi il suo maestro e guida spirituale. Gira tre film a lui dedicati, gli unici esistenti al mondo sulla sua vita.
Dopo svariate produzioni cinematografiche e tv, nel 2012 apre il proprio archivio con l’intento di pubblicare il cofanetto dal titolo “Trittico Tarkovskiano”, che include i film “Il cinema è un mosaico fatto di tempo”, “Un poeta nel cinema” e “Andrey Tarkovsky in Nostalghia”.
In occasione dei 50 anni di carriera, Donatella decide di scrivere un libro sul genio russo. Per tutte le sue opere, ha ricevuto almeno un centinaio di riconoscimenti in diverse parti del mondo, Italia inclusa. Il premio più importante a oggi è l’Honoris Causa.
Un libro necessario a capire, attraverso l’autore, l’anima russa, l’immaginario, la cultura, la storia, la spiritualità del popolo e di riflesso quel grande mosaico sospeso fra Europa e Asia che è Grande Madre Russia.