Brindisi: la storia di Don Donato Pizzutolo, direttore della Caritas diocesana


BRINDISI
- Testimoni del Vangelo, ogni giorno ci offrono il loro tempo, ascoltano le nostre difficoltà e incoraggiano percorsi di ripresa. Sono i nostri sacerdoti che si dedicano a tempo pieno ai luoghi in cui tutti noi possiamo sentirci accolti e si affidano alla generosità dei fedeli per essere liberi di servire tutti.

Le Offerte rappresentano un modo per esprimere il nostro grazie a coloro che non solo rispondono alle molte emergenze innescate dalle crisi sociali ed economiche, ma sostengono quotidianamente i propri fratelli in difficoltà. I nostri preti, infatti, sono sempre al nostro fianco ma anche noi possiamo far sentire loro la nostra vicinanza.
#UNITIPOSSIAMO è l’hashtag della nuova campagna della Conferenza Episcopale Italiana che intende sensibilizzare i fedeli e si sofferma sul valore della donazione. I sacerdoti non sono i soli protagonisti, ma condividono questo ruolo con l’intera comunità.
"La campagna 2022 fa perno sulla comunità e sul suo valore nella società. Abbiamo pensato che fosse giusto ed efficace dare spazio e visibilità - spiega il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni - non solo ai sacerdoti ma anche a quelle realtà che, grazie ai propri pastori, sono sempre più unite nei valori cristiani, e che senza il loro prezioso punto di riferimento non potrebbero sopravvivere. Lo spot ruota intorno al concetto dell’unione e degli obiettivi che si possono raggiungere insieme".
Ideata e prodotta da Casta Diva Group la campagna della Conferenza Episcopale Italiana https://www.unitineldono.it/unitipossiamo/, on air da novembre, si snoda tra spot tv, radio, web, stampa e racconta, attraverso scorci di vita quotidiana, il ruolo chiave della "comunità": dalle attività del doposcuola alle partite di calcio nell’oratorio, dall’impegno dei volontari a quello degli anziani, dall’assistenza all’ascolto dei più bisognosi.
Comunità che sono vere e proprie protagoniste, motori delle numerose attività, coese intorno al proprio parroco, un amico cui rivolgersi nel momento del bisogno e con cui condividere i momenti importanti della propria vita.
Una presenza costante che esercita ogni giorno don Donato Pizzutolo, direttore della Caritas diocesana di Brindisi-Ostuni, impegnato, con la sua comunità di volontari e operatori, nella ricerca di soluzioni alle molteplici richieste di persone che attraversano periodi particolarmente critici della loro esistenza. Per don Donato, sacerdote poco più che trentenne, ordinato appena quattro anni fa, già direttore pastorale e segretario arcivescovile, è un servizio che si declina nel proprio territorio, essendo nato a San Michele Salentino, comune italiano di circa seimila abitanti nell'entroterra pugliese e a forte vocazione agricola. Ne è certamente un esempio la "Casa degli aquiloni", la struttura di accoglienza che opera per fornire una possibilità concreta di alloggio e l'avvio di percorsi di autonomia per i migranti.
"Vogliamo sensibilizzare la città e la diocesi sul tema dell’emergenza abitativa; accompagnare e sostenere gruppi di persone disponibili ad impegnarsi in prima persona nell’accoglienza – spiega don Donato a Sabina Leonetti su Unitineldono.it –, creare un 'Osservatorio', laboratorio per monitorare la situazione della città, cogliere i bisogni più urgenti, condividere buone prassi esistenti per favorire la realizzazione del proprio unico e irripetibile progetto di vita".
Inaugurato ufficialmente lo scorso febbraio, il progetto arriva da molto lontano. Si comincia da un’esperienza di accoglienza e condivisione già in atto dal 2017 a cura della Migrantes diocesana: chiamata appunto la "Casa degli Aquiloni". "L'idea della 'Casa' – ricorda la vicepresidente Migrantes, Sabina Bombacigno – nasce dal bisogno di tanti migranti non solo di trovare un riparo, ma anche e soprattutto di vivere uno spazio fatto di relazioni motivanti ed educanti che li possa accogliere ed accompagnare nel cammino di crescita verso la piena autonomia". Negli ultimi cinque anni sono stati una cinquantina i migranti ospitati che ciclicamente hanno beneficiato dei servizi della struttura – a disposizione ci sono 8 posti letto – e dell'impegno dei tanti volontari, circa una ventina, che forniscono supporto su tutti gli aspetti, dalla ricerca di lavoro alle esigenze quotidiane.
Gli ospiti sono impegnati in corsi di formazione, educazione civica, economia domestica e anche conseguimento della patente di guida. La sintesi di questa iniziativa è affidata alle parole di don Donato: "Casa degli Aquiloni non è un dormitorio, né una mensa, non è neanche semplicemente una casa, ma un luogo di incontro e di relazioni. La condivisione di un tratto di strada nel tentativo di ricostruire la propria vita e riprendersi la propria dignità, perché insieme ci si rimette in cammino e si inizia a volare!". Un progetto di accoglienza per avvicinare i migranti alla città e far sì che possano soprattutto avviare un dialogo che conduca al reciproco riconoscimento.
Ed è così che si avvertono anche i benefici per la comunità. Don Donato sottolinea l'apertura della "Casa degli aquiloni" nei confronti di un quartiere proprio nei pressi del centro storico e in una zona commerciale particolarmente popolata: "Inizialmente i condomini hanno avuto delle forti perplessità, ma poi hanno riscontrato gentilezza, garbo e civiltà negli ospiti della casa che, grazie anche alla possibilità di stipulare contratti di subaffitto all’interno della stessa, hanno potuto regolare la loro posizione documentale. La casa dunque non ha più una dimensione privata". A quel punto, conclude il direttore, la collaborazione "tra le istituzioni, l’ambito ecclesiale e il territorio genera esperienze di accoglienza sostenibile e diffusa".
Non solo video ma anche carta stampata per la campagna #UNITIPOSSIAMO.
"Ci sono posti che esistono perché sei tu a farli insieme ai sacerdoti" o "Ci sono posti che non appartengono a nessuno perché sono di tutti" sono alcuni dei messaggi incisivi al centro della campagna stampa, pianificata su testate cattoliche e generaliste, che ricorda nuovamente i valori dell’unione e della condivisione. Sono posti dove si cerca un aiuto, un sorriso, una mano, un’opportunità, o, semplicemente un amico. "Sono i posti dove ci sentiamo parte di una comunità".
Sul web e sui social sono previste alcune pillole video "Perché dono", brevi filmati in cui alcuni donatori spiegano il perché della loro scelta di sostenere i sacerdoti e il rilievo che questi assumono nelle loro vite. Giovani, adulti, anziani con l’obiettivo comune di contribuire a sostenere i nostri preti, figure umili ma straordinarie.
A supporto della nuova campagna anche la pagina https://www.unitineldono.it/dona-ora/ in cui sono indicate le modalità per le donazioni.
Le Offerte per i sacerdoti, diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, sono espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani. Dal proprio parroco al più lontano. L’Offerta è nata come strumento per dare alle parrocchie più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della ‘Chiesa-comunione’ delineata dal Concilio Vaticano II.
Le donazioni vanno ad integrare la quota destinata alla remunerazione del parroco proveniente dalla raccolta dell’obolo in chiesa. Ogni sacerdote infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra (quota capitaria) per il proprio sostentamento, pari a circa 7 centesimi al mese per abitante. In questo modo, nella maggior parte delle parrocchie italiane, che contano meno di 5 mila abitanti, ai parroci mancherebbe il necessario.
Destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero, le offerte permettono di garantire, in modo omogeneo in tutto il territorio italiano, il sostegno all’attività pastorale dei sacerdoti diocesani. Da oltre 30 anni, infatti, questi non ricevono più uno stipendio dallo Stato, ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento. Le offerte raggiungono circa 33.000 sacerdoti al servizio delle 227 diocesi italiane e, tra questi, anche 300 preti diocesani impegnati in missioni nei Paesi del Terzo Mondo e circa 3.000, ormai anziani o malati dopo una vita spesa al servizio degli altri e del Vangelo.