BARI - “Contro gli intrighi di Palazzo (quello della Regione di Emiliano e del Comune di Bari di Decaro), contro gli accordi elettorali al tavolino di un bar (e non è un eufemismo), contro la spartizione di poltrone (‘tu vai là , io vado qua...’), contro la gestione del potere in modo spregiudicato e pregiudizievole (‘qui comando io e vi mando a casa quando voglio io’) era stato presentato un emendamento a firma del Presidente della VII Commissione perché si salvaguardasse il principio che le istituzioni vengono prima delle carriere politiche dei singoli individui. Un emendamento che vuole ricordare al presidente Michele Emiliano e ad Antonio Decaro che la loro carriera politica viene dopo gli interessi dei baresi e dei pugliesi". Così l’intervento congiunto dei gruppi consiliari di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e La Puglia Domani.
“Appare stucchevole - prosegue la nota -, poi, leggere su alcune testate - senza nemmeno avere il pudore di celarlo - che il vero problema è quello legato al destino personale di Decaro, quasi fosse un diritto acquisito per meriti dinastici quello di darsi il cambio con Michele Emiliano, come accade da 20 anni".
“Le vere poltrone che Francesco Paolicelli voleva salvare con il suo emendamento erano solo quelle di Emiliano e Decaro e il Consiglio, libero e sovrano, glielo ha impedito. Questo è il senso dell’emendamento presentato che non allunga di un solo giorno in più la legislatura, e non regala alcunché ai consiglieri. L’emendamento serviva a ridare centralità al Consiglio regionale e sottrarlo ai giochetti della politica".
“Ci perdoneranno, quindi, se ci disinteressiamo del destino di due singoli individui a tutela di quello di 4 milioni di pugliesi. Purtroppo, ahi noi, non ci è stata data l’opportunità di discuterlo a causa del cinismo politico di Paolicelli e Fabiano Amati che peraltro hanno utilizzato questo tatticismo travolgendo anche un emendamento del centrodestra che mirava a implementare il servizio di assistenza telefonica per i malati. Il prediletto di Decaro, nella foga di volerlo immediatamente discutere, forse per non perdersi i tg della sera e le aperture dei giornali, ne ha presentato uno identico che non sopprimeva quello del presidente della VII Commissione, ma lo confermava. Una mossa da azzecca garbugli, come lui stesso l’ha definita, che però si è trasformata in un ‘suicidio’ politico per il centrosinistra: la maggioranza che fa riferimento a Emiliano, stando ai titoli dei giornali, avrebbe votato una norma anti-decaro.
“Infine, una doverosa conclusione: noi del centrodestra siamo pronti ad andare a votare anche domani e siamo pronti a mandare a casa (e non in Europa) Emiliano per inconcludenza e incapacità governativa, perché è un danno continuo alla Puglia, ma non abbiamo i numeri per farlo…se qualcuno della maggioranza vuole darci una mano sa dove trovarci” conclude la nota.
“Appare stucchevole - prosegue la nota -, poi, leggere su alcune testate - senza nemmeno avere il pudore di celarlo - che il vero problema è quello legato al destino personale di Decaro, quasi fosse un diritto acquisito per meriti dinastici quello di darsi il cambio con Michele Emiliano, come accade da 20 anni".
“Le vere poltrone che Francesco Paolicelli voleva salvare con il suo emendamento erano solo quelle di Emiliano e Decaro e il Consiglio, libero e sovrano, glielo ha impedito. Questo è il senso dell’emendamento presentato che non allunga di un solo giorno in più la legislatura, e non regala alcunché ai consiglieri. L’emendamento serviva a ridare centralità al Consiglio regionale e sottrarlo ai giochetti della politica".
“Ci perdoneranno, quindi, se ci disinteressiamo del destino di due singoli individui a tutela di quello di 4 milioni di pugliesi. Purtroppo, ahi noi, non ci è stata data l’opportunità di discuterlo a causa del cinismo politico di Paolicelli e Fabiano Amati che peraltro hanno utilizzato questo tatticismo travolgendo anche un emendamento del centrodestra che mirava a implementare il servizio di assistenza telefonica per i malati. Il prediletto di Decaro, nella foga di volerlo immediatamente discutere, forse per non perdersi i tg della sera e le aperture dei giornali, ne ha presentato uno identico che non sopprimeva quello del presidente della VII Commissione, ma lo confermava. Una mossa da azzecca garbugli, come lui stesso l’ha definita, che però si è trasformata in un ‘suicidio’ politico per il centrosinistra: la maggioranza che fa riferimento a Emiliano, stando ai titoli dei giornali, avrebbe votato una norma anti-decaro.
“Infine, una doverosa conclusione: noi del centrodestra siamo pronti ad andare a votare anche domani e siamo pronti a mandare a casa (e non in Europa) Emiliano per inconcludenza e incapacità governativa, perché è un danno continuo alla Puglia, ma non abbiamo i numeri per farlo…se qualcuno della maggioranza vuole darci una mano sa dove trovarci” conclude la nota.
Tags
Politica