"Da che dipende?”: evento conclusivo del progetto di sensibilizzazione sulle dipendenze patologiche dei giovani finanziato dall’assessorato al Welfare

BARI - Si è tenuto questa mattina, a Palazzo di Città, l’evento conclusivo del progetto “Da che dipende?”, gestito dalla cooperativa sociale C.A.P.S. e finanziato dall’assessorato al Welfare nell’ambito dell’avviso pubblico “Interventi di prevenzione e contrasto delle povertà educative e relazionali”, con l’obiettivo di sensibilizzare specie i più giovani sui temi delle dipendenze patologiche e dei comportamenti a rischio legati all’incidentalità stradale.

Le attività di prevenzione e supporto psicologico, che a partire da febbraio scorso hanno visto impegnata un’equipe di psicologi, educatori e assistenti sociali, hanno coinvolto tredici istituti scolastici secondari di secondo grado della città, assieme a numerose agenzie educative formali e informali, centri di aggregazione giovanile, autoscuole, lidi balneari - nel periodo estivo - e alcuni ragazzi individuati dal Servizio sociale, attraverso il lavoro degli sportelli psicologici e dei seminari informativi nelle scuole e l’organizzazione di eventi promossi dagli operatori dell’educativa di strada. Obiettivo principale del progetto è quello di prevenire problematiche di dipendenza patologica connesse all’alcol e alle sostanze stupefacenti, ma anche all’uso sconsiderato del web e dei dispositivi digitali o a comportamenti connessi a gioco d’azzardo, shopping, alimentazione, affettività e alla sessualità. Per l’occasione, alla presenza di alcuni studenti delle scuole partecipanti, di rappresentanti di enti del terzo settore, dell’assessora al Welfare Francesca Bottalico, della coordinatrice Sabrina Signorile e di Francesco Elia, POS Politiche Sociali Minori e Famiglie, sono stati illustrati i dati finali del progetto e quelli relativi a un’indagine effettuata tramite la somministrazione di un sondaggio a 946 studenti - età media 15 anni - delle tredici scuole coinvolte. Dalla ricerca è emerso che, rispetto al consumo di alcol, il 47,4% ne fa uso occasionalmente, il 24,3% una o poche volte, il 19% nel fine settimana, il 3,7% ogni giorno, mentre il 5,6% ha dichiarato di aver smesso. Per quanto riguarda l’assunzione di cannabinoidi, il 27,2% li utilizza occasionalmente, il 26,3% una o poche volte, il 7,3% nel weekend, il 19,8% ogni giorno e il 19,4% ha dichiarato di aver smesso. La sostanza maggiormente assunta è l’alcol (81,3%), seguita da cannabinoidi (25,1%), psicofarmaci (3,3%), allucinogeni (2,4%), cocaina (2,4%), MDMA o ecstasy (2%), eroina (1,2%). Il 28,7% del campione non ha mai assunto alcun tipo di sostanza, mentre i due terzi dei ragazzi intervistati ha provato le sostanze almeno una volta. Dal sondaggio è emerso, infine, che il 67,2% degli intervistati pensa di poter perdere facilmente il controllo rispetto al gioco, seguito dal 51,7% che invece ha ammesso lo stesso rischio rispetto a internet e i social network. “Queste progettualità costituiscono dei punti di riferimento per gli amministratori rispetto agli interventi per la prevenzione delle dipendenze - ha dichiarato Francesca Bottalico -. Mi auguro anche che proprio dai ragazzi coinvolti, per noi delle antenne speciali sul territorio, vengano fuori idee e azioni in grado di contrastare le dipendenze di qualsiasi genere e di rappresentare al meglio i bisogni dei giovani. Si tratta di opportunità imperdibili per lavorare con e nelle scuole, che ci consentono di immaginare insieme un percorso adeguato ed efficace. Qualcuno dei ragazzi potrebbe persino salire a bordo dell’unità di strada comunale per rendersi conto direttamente sia dell’importanza delle campagne di sensibilizzazione sia delle condizioni in cui alcuni coetanei versano dopo una serata di eccessi. Sarebbe una testimonianza preziosa per tutti, lo dico convintamente specialmente dopo aver letto i risultati dell’indagine, da cui emerge un quadro davvero allarmante”. Diverse le azioni specifiche realizzate dagli operatori: negli istituti scolastici, oltre alle consulenze psicologiche individuali, sono state portate avanti attività interattive ed esperienziali anche attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative, come i simulatori di guida, utili a dimostrare a circa 1.600 ragazzi, tra i 12 e 18 anni, i rischi concreti legati all’uso o abuso di sostanze psicoattive. Le attività, infine, hanno previsto la distribuzione di gadget ed etilotest finalizzati a orientare i giovani verso una maggiore consapevolezza, dissuadendoli dalla guida sotto effetto di sostanze e limitando così i rischi di incidentalità stradale.

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