ROMA - “Ho visitato ieri per ragioni di ufficio parlamentare il Carcere di Lecce, dove ho potuto apprezzare l’ottimo lavoro che stanno svolgendo la dottoressa Maria Teresa Susca, direttrice della casa circondariale salentina, e la sua squadra di lavoro. Durante l’incontro con alcuni detenuti, non ho potuto fare a meno di constatare una volta di più quanto sia prezioso l’impegno della maggioranza, ribadito dal ministro Nordio, di applicare rigorosamente la custodia cautelare in carcere ai soli casi nei quali sia davvero necessaria per la tutela della collettività. D’altronde, è la legge stessa a prevedere espressamente che la misura restrittiva della libertà personale vada applicata, come extrema ratio, nei soli casi di pericolo di fuga, inquinamento delle prove e reiterazione del reato. Purtroppo, spesso si assiste a un uso smodato della custodia cautelare, anche in assenza chiara di detti requisiti. L’esigenza non sembra ricorrere, ad esempio, nel caso di Luciano Cariddi, l’ex sindaco di Otranto, in carcere assieme al fratello Pierpaolo da oltre tre mesi nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Lecce. Nell’attesa di vagliare nel processo la fondatezza delle accuse, desta non poche perplessità il protrarsi in questo caso, come in tanti altri, della detenzione preventiva. Il contesto ambientale, a seguito delle dimissioni del primo cittadino e del commissariamento del Comune di Otranto, è profondamente mutato. Prevedere misure alternative al carcere per persone che, secondo la Costituzione italiana, sono innocenti fino a sentenza definitiva, è prima un dovere morale e poi, se qualcuno se ne ricorda ancora e non interpreta i codici in maniera vessatoria, un obbligo di legge”. Lo dichiara il deputato della Lega, Davide Bellomo.
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