Regalo di Natale del governo: 'saltano' le 4 corsie della SS 275 Maglie-Leuca?


FRANCESCO GRECO -
Regalo di Natale più velenoso non poteva giungere da Roma per i “talebani” delle 4 corsie della SS Maglie- Leuca: il governo infatti ha appena bocciato l’emendamento alla legge di bilancio per il rifinanziamento, chiesto poiché i costi dei materiali in questi anni sono cresciuti.

“Occasione persa per un’infrastruttura strategica”, dicono al M5s ansioso di intestarsi l’opera. Giornata nera dunque per chi ormai da oltre trent’anni (se ne parla dal 1987) si batte col sangue agli occhi per asfaltare le bellezze della propria terra, un’opera discussa e per certi aspetti inutile per consumo del territorio (Puglia seconda in Italia, terza per pressione delle ecomafie), perché ritenuta dagli “anti” troppo aggressiva e devastante per un territorio assai ricco di testimonianze del passato cercate e amate dai turisti. 

E anche obsoleta: fu infatti “pensata” quando il paesaggio non era stato ancora abbruttito e desertificato dalla Xylella e dagli insediamenti di pannelli fotovoltaici.

Al Comitato pro-275 hanno messo il lutto al braccio e non intendono commentare lo “schiaffo” ricevuto. Mentre i “contrari” restano dialoganti ma fermi sulle posizioni “light” già note da anni che vedono al centro la sicurezza: da Scorrano a Montesano allargamento delle due corsie, da qui a Leuca bypassare i paesi con “bretelle” leggere usando le strade già esistenti. Da qui alle campate di 20 metri visibili da Valona ce ne corre.

Sui territori interessati la news è stata letta come propedeutica alla volontà del governo Meloni di voltar pagina, riprendersi i finanziamenti, accantonare definitivamente la “cattiva strada” e riprendersi i soldi (magari dirottandoli su altre opere). E con questi chiari di luna, non sarebbe una decisione sbagliata. Ma sono solo “voci dal sen sfuggite”, pertanto i movimenti ambientalisti “contrari” che da anni conducono la battaglia restano in allerta.

L’emendamento era stato presentato da un deputato del M5s, uno di quelli che cambiano idea ogni mattina: un tempo erano contrari alla Tap (Trans Adriatic Pipeline), poi ne sono diventati i fans più accaniti.

Nessuno riflette sul fatto che il governo non poteva finanziare un progetto fantasma, che non possibile rintracciare nemmeno su Internet. Il secondo lotto, il più aggressivo per i territori (Alessano pagherebbe il prezzo più salato), nessuno sa dire se è a 2 o a 4 corsie, mentre i tecnici di una società di Squinzano in loco continuano con i rilievi.

E dunque, alla fine c’è un giudice a Berlino che magari si è reso conto della follia dell’opera e starebbe per mettere la parola fine a 35 anni di equivoci. Con gran sollievo di un milione di persone. Se la gente del sud Salento non vuole star ferma al semaforo di Surano per 3 minuti quando va a Lecce per sbrigare pratiche burocratiche, la soluzione ipotizzata da tanti sarebbe la periferizzazione dei suddetti uffici sparsi nei territori. Oggi per una semplice voltura Aqp i cittadini devono recarsi nel capoluogo nell’epoca dello smart working e i database, con consumo di tempo e inquinamento (gli anziani sono i più penalizzati).

Il governo si è accorto dell’orrore, perseverare sarebbe diabolico, ma in loco non riescono a rassegnarsi. Forse occorre uno psicologo?

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