Serravezza (oncologo): “Il Salento non può più sopportare abusi e veleni”


FRANCESCO GRECO
- “L’acqua, la terra e l’aria sono inquinati. Il Salento non può più sopportare altri abusi e veleni…”. Silenzio di ghiaccio nel pubblico. La sala consiliare del Comune di Salve (Lecce) è stracolma di persone venute da ogni dove, segno forte che c’è sempre coscienza, anche nelle nuove generazioni – in questa città dove la bellezza è viva, a onor del vero, non s’è mai indebolita - sui temi ambientali e sanitari.

L’autorevolezza, il prestigio, la storia personale dell’oratore, d'altronde, intimidiscono. A lanciare l’allarme (e non è la prima volta) il dott. prof. Giuseppe Serravezza (Casarano, 1951), oncologo e scienziato di fama planetaria, professionalmente stimato e umanamente apprezzato da milioni di persone in ogni continente (per altro, in stand-by per il Premio Nobel, meritato).

Per lui parla un cv prestigioso, conquistato sul campo, con le sue sfide, il duro lavoro quotidiano sempre fra la gente (mitica la sua vecchia Fiat Panda, i jeans sdruciti) e la militanza scientifica, oltre che con numerose e apprezzate pubblicazioni.

Laurea in Medicina e Chirurgia all’Università Statale di Bologna, specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica a Roma. Per arricchire e completare la formazione da medico- chirurgo, negli anni ‘80 vive per quattro anni negli USA occupandosi di chirurgia dei trapianti di cuore e cuore-polmone presso le Università di Stanford e Pittsburgh. Si sposta poi in Gran Bretagna e Sud Africa, dove svolge periodi di formazione presso l’ospedale di Harefield e al Groote Schuur Hospital di Città del Capo. Nel 1988 decide di applicare la sua esperienza in chirurgia di urgenza all’assistenza dei feriti di guerra.

E infatti, negli anni successivi, fino al 1994, lavora con la Croce Rossa Internazionale di Ginevra in: Pakistan, Etiopia, Thailandia, Afghanistan, Perù, Gibuti, Somalia, Bosnia. E scusate se è poco… Il professore è dunque un’eccellenza, un personaggio popolare onore e vanto di Terra d’Otranto e dell’intero Paese.

L’occasione: la news della riapertura degli impianti di smaltimento rifiuti della società Ecolio e la conseguente riunione congiunta fra i Comuni del Capo di Leuca (Salve, Patù, Presicce-Acquarica, Corsano, Morciano di Leuca, Castrignano, Gagliano, Tiggiano, con i rispettivi sindaci, i rappresentanti delle minoranze, notata l’assenza di Alessano), delle associazioni ambientaliste e del mondo sanitario e scientifico.

E poi: la Pro Loco di Salve, Ruggiano e le Marine (presidente l’odontotecnico Cosimo Primavera, ha preso la parola il dr. Cosimo Negro, radiologo), Legambiente Salve e Clean-up Plastic free di Presicce-Acquarica. Facce pensose, allarmate, nel silenzio generale, lo scienziato (storico presidente e fondatore della LILT Lecce), uomo, si ripete, riconosciuto intellettualmente onesto come pochi, abituato a pesare le parole, con aria grave ha proseguito: “Il sud Salento è stremato e stressato dall’inquinamento e non è più in grado di sopportare altri abusi. Il quadro igienico-ambientale è drammatico, la situazione insostenibile e qualifica questo territorio come a rischio disastro ambientale”. 

Lo scienziato è quindi sceso nei particolari: “Molecole di diossina sono presenti in dosi letali nell’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, le colture che produciamo e consumiamo, le carni dei nostri animali di allevamento”.

Sic stantibus, qual è la relativa situazione sotto l’aspetto delle patologie? Il prof. non usa mezze parole: “L’incidenza dei tumori alla vescica e al polmone è nettamente superiore alla media nazionale. E’ la prova della drammatica realtà che la nostra terra sta vivendo…”. Chiaro e forte.

Le associazioni intanto annunciano azioni di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di lotta per i prossimi giorni, incluso un flash- mob davanti al palazzo della Regione Puglia “per i nostri figli, la nostra gente, la nostra terra”.