Arresto Messina Denaro: si indaga sula rete di fiancheggiatori

PALERMO - Domani mattina è fissata l'udienza per convalidare l'arresto di Giovanni Luppino, 59 anni: è stato lui, commerciante di olive, di mestiere agricoltore, incensurato, ad accompagnare in auto l'ex latitante alla clinica Maddalena di Palermo.

L'uomo, che è un volto nuovo per gli inquirenti, è ora accusato di favoreggiamento e ha procurato l'inosservanza di una pena aggravata dal metodo mafioso. Nel frattempo, l'attenzione degli inquirenti si concentra non solo sui sostenitori, ma anche sull'agenda del boss e sulle sue cartelle cliniche.

Intanto il boss è stato portato nel super carcere de L'Aquila, dove continuerà la chemioterapia. Le sue condizioni di salute sono gravi.

Si trova in vicolo San Vito (ex via Cv31), nel centro di Campobello di Mazara, la casa dove si sarebbe nascosto l'ex latitante. La casa, rimasta disabitata dopo il trasloco dei proprietari, è stata perquisita e sono stati trovati abiti di lusso e scontrini di ristoranti. "Conosco Messina Denaro da quando eravamo ragazzini. Ho comprato la casa in cui viveva con i suoi soldi", avrebbe detto agli inquirenti Andrea Bonafede, geometra di Campobello di Mazara che ha "prestato" la sua identità al boss, ora sarebbe indagato per associazione mafiosa.

Nell'appartamento di vicolo San Vito non sarebbero stati rinvenuti documenti esplosivi o carte incriminanti, ma vi è stata ritrovata l'agenda del boss, che potrebbe dare importanti spunti investigativi, così come i tanti documenti sanitari - verbali di visite specialistiche, molti oculisti , sostenuto negli anni da Messina Denaro - recuperato in una scatola. Dalle cartelle cliniche risulta che il boss mafioso, incastrato grazie alle indagini sulle gravi patologie di cui soffre, durante la sua fuga ha conosciuto diversi medici.