BARI - Nuova aggressione ai danni del personale sanitario in un ospedale barese. “I medici sono pochi e noi infermieri, per proteggere le figure mediche, ne paghiamo le conseguenze”. Così un'operatrice del Di Venere in merito ad un'aggressione subita da una paziente ai danni della collega infermiera. “Era in attesa da un’ora per un codice verde. In quel momento sono arrivati due urgenze che hanno la precedenza su tutto. La donna ha accusato la mia collega di favoritismo e invano ha cercato di spiegarle che ci sono i codici da rispettare. Non contenta, oltre a inveirle contro, ha iniziato a darle calci alla gamba sinistra, le ha lanciato il mouse del pc dove avviene il triage e l’ha anche minacciata di morte. Impaurita la mia collega è rimasta nascosta per due ore nello spogliatoio in attesa che la venissero a prendere. Quindi non solo l’aggressione anche l’interruzione del pubblico servizio. In quel momento l’unica guardia giurata in servizio era stata chiamata in Chirurgia per un’altra aggressione. Noi infermieri siamo arrivati al limite. L’era degli eroi è finita e adesso siamo solo carne da macello. I medici sono pochi e noi infermieri, sempre con i modi, cerchiamo di tutelare l’utenza, ma quest’ultima pensa di poter fare quello che vuole”.
A stigmatizzare fermamente l'aggressione il presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche, Saverio Andreula: “Aumentare le misure di prevenzione e protezione nei confronti del personale medico e infermieristico".
“Apprendiamo con sdegno dell’aggressione subita ieri da una nostra infermiera in servizio presso il pronto soccorso dell’Ospedale Di Venere. La professionista è stata presa a calci, inseguita e minacciata solo per aver tentato di spiegare ad una paziente, in attesa per una banale ferita al dito, che i codici rossi più gravi hanno la precedenza rispetto agli altri. E’ inaccettabile come sempre più spesso si verifichino atti di violenza ai danni degli operatori sanitari in prima linea”.
A stigmatizzare fermamente l'aggressione il presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche, Saverio Andreula: “Aumentare le misure di prevenzione e protezione nei confronti del personale medico e infermieristico".
“Apprendiamo con sdegno dell’aggressione subita ieri da una nostra infermiera in servizio presso il pronto soccorso dell’Ospedale Di Venere. La professionista è stata presa a calci, inseguita e minacciata solo per aver tentato di spiegare ad una paziente, in attesa per una banale ferita al dito, che i codici rossi più gravi hanno la precedenza rispetto agli altri. E’ inaccettabile come sempre più spesso si verifichino atti di violenza ai danni degli operatori sanitari in prima linea”.
Sono le parole del direttore generale della Asl di Bari, Antonio Sanguedolce, che questa mattina ha contattato la giovane infermiera aggredita per esprimerle massima solidarietà e mettere a disposizione la tutela legale dell’azienda nel caso in cui l’operatrice decida di sporgere denuncia.
La dipendente, a causa dei calci, ha riportato un trauma contusivo escoriato degli arti inferiori per una prognosi di 7 giorni. In attesa di ricevere la relazione dettagliata dal Pronto soccorso del Di Venere, su come siano avvenuti i fatti per ricostruire l’episodio, dalle prime testimonianze raccolte sul posto, è emerso che a causare l’aggressione sia stata l’impazienza della donna arrivata al triage con una ferita al dito e per questo presa in carico come codice verde. La utente ha inveito contro con la pretesa di essere medicata immediatamente. L’ha presa a calci lanciandole poi il mouse del computer in faccia. Non contenta, l’utente ha inseguito l’operatrice per il corridoio, continuando ad urlare, fino a costringerla a trovare riparo nello spogliatoio. La donna ha approfittato della assenza della guardia giurata impegnata in quel momento in un altro reparto ed è stata portata di forza fuori dal triage del pronto soccorso, dove ha continuato a minacciare l’infermiera e gli altri sanitari, creando panico e caos in tutto il reparto.
“Verificheremo anche – ha proseguito Sanguedolce – se c’è stata interruzione di pubblico servizio per poi prendere i provvedimenti necessari”.
La dipendente, a causa dei calci, ha riportato un trauma contusivo escoriato degli arti inferiori per una prognosi di 7 giorni. In attesa di ricevere la relazione dettagliata dal Pronto soccorso del Di Venere, su come siano avvenuti i fatti per ricostruire l’episodio, dalle prime testimonianze raccolte sul posto, è emerso che a causare l’aggressione sia stata l’impazienza della donna arrivata al triage con una ferita al dito e per questo presa in carico come codice verde. La utente ha inveito contro con la pretesa di essere medicata immediatamente. L’ha presa a calci lanciandole poi il mouse del computer in faccia. Non contenta, l’utente ha inseguito l’operatrice per il corridoio, continuando ad urlare, fino a costringerla a trovare riparo nello spogliatoio. La donna ha approfittato della assenza della guardia giurata impegnata in quel momento in un altro reparto ed è stata portata di forza fuori dal triage del pronto soccorso, dove ha continuato a minacciare l’infermiera e gli altri sanitari, creando panico e caos in tutto il reparto.
“Verificheremo anche – ha proseguito Sanguedolce – se c’è stata interruzione di pubblico servizio per poi prendere i provvedimenti necessari”.