VITTORIO POLITO - Il letto è un mobile destinato al riposo e al sonno delle persone, formato in modo che vi si possa giacere comodamente distesi. Può essere a una piazza, matrimoniale, a due piazze, a una piazza e mezzo, alla turca (basso e senza spalliere), ecc.
Il letto serve per il giusto riposo dopo l’attività lavorativa, rappresenta la casa, una vita regolare. Il letto può curare o peggiorare una malattia, ma rappresenta anche il luogo più intimo della vita coniugale.
Ma nel medioevo che succedeva? Ce lo racconta Chiara Frugoni (1940-1922), nel suo ultimo libro “A letto nel medioevo – Come e con chi” (il Mulino).
Mentre noi abbandoniamo il letto dopo il riposo, nel medioevo la camera da letto era animata da varie attività, si adattava ai desideri di chi viveva, dal momento che era imbottito, offriva calore, e la camera disponeva solitamente del camino. Insomma faceva le veci del nostro soggiorno.
La camera da letto, di giorno, non serviva solo per conversazioni private o rapidissimi incontri. Carlo VI aveva l’abitudine di ricevere i suoi consiglieri stando semisdraiato sul letto. Nel XV secolo, in Francia, i grandi processi di celebravano in un ambiente allestito appositamente che si chiamava “lit de justice” (letto di giustizia). Il re, all’interno di un luogo recintato, sedeva su un trono sopraelevato, sormontato da un baldacchino e circondato da tappezzerie che evocavano il letto.
Non manca un capitolo dedicato alla “Chiesa tra le lenzuola”. Era proibito unirsi la Domenica, in tutte le principali feste di culto, degli apostoli e nelle relative vigilie, durante la quaresima e, ancora, durante i venti giorni prima del Natale ed anche in tutte le feste fissate dalla legge. Insomma i giorni di astinenza superavano la metà dell’anno e aumentavano nel caso la donna fosse incinta, o appena partorito o allattasse. Sembrano assurdità ma all’epoca vigevano queste disposizioni, anche se non è dato sapere chi e come ne controllasse l’osservanza.
Nel testo, molto illustrato, sono ricordate alcune novelle del “Decamerone” e si parla, tra l’altro, di letti per ricchi e per poveri, di proposte indecenti, di letti molto affollati, letti ad accoglienza variabile e di festa dei sensi.
Nel Medioevo c’era gran movimento nei letti, per cui rimando il lettore al testo di Frugoni per assaporare la vita dell’epoca e scoprire tante piacevoli curiosità.
Chiara Frugoni ha insegnato storia medievale nelle Università di Pisa, Roma e Parigi. Tra i suoi numerosi libri ricordo “Una solitudine abitata. Chiara D’Assisi (Laterza); “Vivere nel Medioevo. Donne, uomini e soprattutto bambini”, “Uomini e animali nel Medioevo. Storie fantastiche e feroci”; “Paradiso vista inferno. Buon governo e tirannide nel Medioevo di Ambrogio Lorenzetti”; “Paure medievali. Epidemie, prodigi, fine del tempo”; “Donne medievali. Sole, indomite, avventurose” (tutti de il Mulino). I suoi saggi sono tradotti nelle principali lingue europee, oltre che in giapponese e coreano.
Il letto serve per il giusto riposo dopo l’attività lavorativa, rappresenta la casa, una vita regolare. Il letto può curare o peggiorare una malattia, ma rappresenta anche il luogo più intimo della vita coniugale.
Ma nel medioevo che succedeva? Ce lo racconta Chiara Frugoni (1940-1922), nel suo ultimo libro “A letto nel medioevo – Come e con chi” (il Mulino).
Mentre noi abbandoniamo il letto dopo il riposo, nel medioevo la camera da letto era animata da varie attività, si adattava ai desideri di chi viveva, dal momento che era imbottito, offriva calore, e la camera disponeva solitamente del camino. Insomma faceva le veci del nostro soggiorno.
La camera da letto, di giorno, non serviva solo per conversazioni private o rapidissimi incontri. Carlo VI aveva l’abitudine di ricevere i suoi consiglieri stando semisdraiato sul letto. Nel XV secolo, in Francia, i grandi processi di celebravano in un ambiente allestito appositamente che si chiamava “lit de justice” (letto di giustizia). Il re, all’interno di un luogo recintato, sedeva su un trono sopraelevato, sormontato da un baldacchino e circondato da tappezzerie che evocavano il letto.
Non manca un capitolo dedicato alla “Chiesa tra le lenzuola”. Era proibito unirsi la Domenica, in tutte le principali feste di culto, degli apostoli e nelle relative vigilie, durante la quaresima e, ancora, durante i venti giorni prima del Natale ed anche in tutte le feste fissate dalla legge. Insomma i giorni di astinenza superavano la metà dell’anno e aumentavano nel caso la donna fosse incinta, o appena partorito o allattasse. Sembrano assurdità ma all’epoca vigevano queste disposizioni, anche se non è dato sapere chi e come ne controllasse l’osservanza.
Nel testo, molto illustrato, sono ricordate alcune novelle del “Decamerone” e si parla, tra l’altro, di letti per ricchi e per poveri, di proposte indecenti, di letti molto affollati, letti ad accoglienza variabile e di festa dei sensi.
Nel Medioevo c’era gran movimento nei letti, per cui rimando il lettore al testo di Frugoni per assaporare la vita dell’epoca e scoprire tante piacevoli curiosità.
Chiara Frugoni ha insegnato storia medievale nelle Università di Pisa, Roma e Parigi. Tra i suoi numerosi libri ricordo “Una solitudine abitata. Chiara D’Assisi (Laterza); “Vivere nel Medioevo. Donne, uomini e soprattutto bambini”, “Uomini e animali nel Medioevo. Storie fantastiche e feroci”; “Paradiso vista inferno. Buon governo e tirannide nel Medioevo di Ambrogio Lorenzetti”; “Paure medievali. Epidemie, prodigi, fine del tempo”; “Donne medievali. Sole, indomite, avventurose” (tutti de il Mulino). I suoi saggi sono tradotti nelle principali lingue europee, oltre che in giapponese e coreano.