Estorsione ai malati di cancro, condannato l’oncologo barese: “Non ha l’umana pietà per i pazienti”

BARI - L'oncologo barese Giuseppe Rizzi è stato condannato a nove anni con l'accusa di aver addebitato ai propri pazienti alcuni farmaci per la cura del cancro che in realtà sono gratuiti. Secondo il giudice Rinaldi, alla base della condanna c'è la mancanza di umana pietà. La sentenza parla infatti di una "personalità indifferente rispetto alle condizioni di sofferenza delle vittime, che in lui riponevano cieca fiducia”.

In totale sono 11 le persone che si sono costituite parte civile nel processo, parenti dei 6 malati oncologici che si erano affidati a Rizzi per le cure. Uno di questi è Ottavio Gaggiotti, che per le cure ha pagato 127mila euro, soldi affidati alla compagna di Rizzi, condannata a cinque anni e sei mesi.

Si è costituito parte civile anche l'Istituto Oncologico Giovanni Paolo II in cui l'oncologo esercitava e dove veniva pagato mille euro in più al mese per l'esclusiva, ma invece svolgeva prestazioni straordinarie, fuori dall'orario di lavoro e dall'ospedale.

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