VITTORIO POLITO - La “Via Crucis”, o Via della Croce, è per la religione cattolica, un cammino spirituale, un esercizio di pietà che consiste nel sostare in meditazione e in preghiera dinanzi alle immagini della Passione di Cristo, che il singolo compie (insieme ad altri), tramite una meditazione intima, basata sulla considerazione dei messaggi che provengono dal Calvario. Solo considerando la Passione come dolore e sofferenza, l’uomo può avvicinarsi a Dio. Tuttavia il precursore della Via Crucis è considerato San Francesco, la cui vita si identifica con la Passione concretizzata nelle stigmate.
Antonio Martino Fumarola ha curato recentemente il testo “A Passiòne d’u Figghje de Digghje” (La Passione del Figlio di Dio), una Via Crucis in dialetto di Martina Franca e in italiano (Artebaria Edizioni).
Teresa Gentile, scrittrice e poetessa, animatrice del Salotto Culturale di “Palazzo Recupero” di Martina Franca, nella presentazione scrive che “Si tratta di un preciso invito volto a far vibrare nella nostra anima le note e le parole che, stazione per stazione, risuoneranno facendo rivivere e attualizzare la Via della Croce che l’Umanità, oggi, come in ogni tempo, percorre tra povertà, odio, sofferenza, solitudine, sconfitte, esodi, persecuzioni, annientamento di sogni ma, serbando in sé la certezza della Resurrezione”.
La scelta di divulgare la Via Crucis in dialetto? Secondo Michele Galiano, psicoterapeuta, che firma la postfazione, è che può arrivare a più persone.
Un lavoro meritevole, quello di Antonio Martino Fumarola, che divulga la parlata di Martina Franca, attraverso la Via Crucis, nella bella Valle d’Itria.
Antonio Martino Fumarola ha curato recentemente il testo “A Passiòne d’u Figghje de Digghje” (La Passione del Figlio di Dio), una Via Crucis in dialetto di Martina Franca e in italiano (Artebaria Edizioni).
Teresa Gentile, scrittrice e poetessa, animatrice del Salotto Culturale di “Palazzo Recupero” di Martina Franca, nella presentazione scrive che “Si tratta di un preciso invito volto a far vibrare nella nostra anima le note e le parole che, stazione per stazione, risuoneranno facendo rivivere e attualizzare la Via della Croce che l’Umanità, oggi, come in ogni tempo, percorre tra povertà, odio, sofferenza, solitudine, sconfitte, esodi, persecuzioni, annientamento di sogni ma, serbando in sé la certezza della Resurrezione”.
La scelta di divulgare la Via Crucis in dialetto? Secondo Michele Galiano, psicoterapeuta, che firma la postfazione, è che può arrivare a più persone.
Un lavoro meritevole, quello di Antonio Martino Fumarola, che divulga la parlata di Martina Franca, attraverso la Via Crucis, nella bella Valle d’Itria.