LECCE - Dal 28 gennaio al 30 aprile, il Must – Museo Storico della Città di Lecce ospiterà la mostra “Unknown Ukrainian Art. Dal costruttivismo al realismo socialista”, curata da Snejanka Bauer, dedicata al ricco patrimonio artistico ucraino con una selezione di opere del XX secolo provenienti dalla SAC, Soibelmann Art Collection.
Si tratta di una delle più grandi collezioni private d’arte dell’Europa occidentale con oltre 6.000 pezzi, il cui principale punto di interesse è l’arte dell’Europa orientale, proveniente per lo più dalle ex Repubbliche sovietiche. La collezione annovera numerosi oggetti artistici che documentano l’arte perseguitata, ebraica, d’avanguardia, ucraina, impressionista, surrealista, costruttivista e suprematista, il Realismo socialista, come anche l’arte non conformista e di propaganda. Ad essere custodite sono opere d’arte popolare, tra cui le stampe chiamate lubki e le icone, oltre a dipinti a olio, gouaches, disegni, sculture, poster, libri e ceramiche.
A Lecce saranno esposte circa 130 opere di artisti ucraini che risalgono ai primi tre decenni del Novecento. L’indagine dei luoghi d’origine di molti di questi artisti può essere considerata una sorta di mappatura di come i confini dell'Ucraina siano cambiati negli anni precedenti e successivi alla Prima Guerra Mondiale: alcuni nacquero nell’Austria-Ungheria che, dopo la guerra del 1918, divenne parte della Repubblica Popolare Ucraina, anche se per poco tempo, visto che, appena un anno più tardi, fu occupata dall’esercito polacco, occupazione che durò fino al 1920, quando l’Armata Imperiale Russa prese possesso del medesimo territorio.
Una particolare attenzione sarà posta all'interno della mostra dal Must agli artisti ebrei, alcuni dei quali vissero per qualche tempo a Parigi, facendo parte dell’Ecole de Paris. Altri fecero ritorno nell’Ucraina sovietica, altri ancora restarono per sempre in Francia o emigrarono negli Stati Uniti o in Israele. Molti di loro morirono nei campi di concentramento nazisti e non ebbero l’opportunità di sviluppare oltre il proprio talento. A questi ultimi e al loro ricordo è dedicata questa esposizione.
«Con la direzione del Must e l'ufficio Cultura del Comune abbiamo lavorato sodo per mesi – dichiara l'assessora alla Cultura Fabiana Cicirillo – per portare a Lecce questa mostra che raccoglie opere poco conosciute ma di grande interesse collettivo provenienti da una delle più ricche collezioni private d'Europa, di proprietà del tedesco Mark Soibelmann. La inauguriamo a pochi giorni dal primo anniversario dell'inizio della guerra in Ucraina che sta causando centinaia di vittime innocenti e danni ingenti a edifici civili e istituzioni culturali, come musei, biblioteche e università, come segno di attenzione e sensibilizzazione nei confronti di un Paese che sta subendo un'ingiusta aggressione tale da mettere a rischio anche il suo patrimonio artistico. Ma la inauguriamo anche il giorno successivo alla celebrazione della Giornata della Memoria perché alcuni degli artisti in mostra non hanno potuto esprimere negli anni il proprio talento essendo morti nei campi di concentramento nazisti. Sono molteplici, quindi, i profili di interesse legati alla mostra e ci auguriamo che questa occasione di conoscenza possa essere uno stimolo per tutti a sentirci sempre impegnati a difesa dell'arte e contro ogni forma di guerra».
Si tratta di una delle più grandi collezioni private d’arte dell’Europa occidentale con oltre 6.000 pezzi, il cui principale punto di interesse è l’arte dell’Europa orientale, proveniente per lo più dalle ex Repubbliche sovietiche. La collezione annovera numerosi oggetti artistici che documentano l’arte perseguitata, ebraica, d’avanguardia, ucraina, impressionista, surrealista, costruttivista e suprematista, il Realismo socialista, come anche l’arte non conformista e di propaganda. Ad essere custodite sono opere d’arte popolare, tra cui le stampe chiamate lubki e le icone, oltre a dipinti a olio, gouaches, disegni, sculture, poster, libri e ceramiche.
A Lecce saranno esposte circa 130 opere di artisti ucraini che risalgono ai primi tre decenni del Novecento. L’indagine dei luoghi d’origine di molti di questi artisti può essere considerata una sorta di mappatura di come i confini dell'Ucraina siano cambiati negli anni precedenti e successivi alla Prima Guerra Mondiale: alcuni nacquero nell’Austria-Ungheria che, dopo la guerra del 1918, divenne parte della Repubblica Popolare Ucraina, anche se per poco tempo, visto che, appena un anno più tardi, fu occupata dall’esercito polacco, occupazione che durò fino al 1920, quando l’Armata Imperiale Russa prese possesso del medesimo territorio.
Una particolare attenzione sarà posta all'interno della mostra dal Must agli artisti ebrei, alcuni dei quali vissero per qualche tempo a Parigi, facendo parte dell’Ecole de Paris. Altri fecero ritorno nell’Ucraina sovietica, altri ancora restarono per sempre in Francia o emigrarono negli Stati Uniti o in Israele. Molti di loro morirono nei campi di concentramento nazisti e non ebbero l’opportunità di sviluppare oltre il proprio talento. A questi ultimi e al loro ricordo è dedicata questa esposizione.
«Con la direzione del Must e l'ufficio Cultura del Comune abbiamo lavorato sodo per mesi – dichiara l'assessora alla Cultura Fabiana Cicirillo – per portare a Lecce questa mostra che raccoglie opere poco conosciute ma di grande interesse collettivo provenienti da una delle più ricche collezioni private d'Europa, di proprietà del tedesco Mark Soibelmann. La inauguriamo a pochi giorni dal primo anniversario dell'inizio della guerra in Ucraina che sta causando centinaia di vittime innocenti e danni ingenti a edifici civili e istituzioni culturali, come musei, biblioteche e università, come segno di attenzione e sensibilizzazione nei confronti di un Paese che sta subendo un'ingiusta aggressione tale da mettere a rischio anche il suo patrimonio artistico. Ma la inauguriamo anche il giorno successivo alla celebrazione della Giornata della Memoria perché alcuni degli artisti in mostra non hanno potuto esprimere negli anni il proprio talento essendo morti nei campi di concentramento nazisti. Sono molteplici, quindi, i profili di interesse legati alla mostra e ci auguriamo che questa occasione di conoscenza possa essere uno stimolo per tutti a sentirci sempre impegnati a difesa dell'arte e contro ogni forma di guerra».