Quel Pasquino di Leuca che castiga le nostre miserie


FRANCESCO GRECO
- LEUCA (LE) – “Sto seguendo una dieta, voglio proprio vedere dove va…”.

Graffiante come Marziale, iconoclasta alla G. G. Belli, la perfidia di Flaiano, sulfureo come Marcello Marchesi. I social hanno il loro Pasquino, vive a S. Maria di Leuca e ogni mattina, da tre anni, in tanti aspettano le sue lavagnette con la frase del giorno.

“Il problema non è la goccia, ma il vaso che è pieno”.

Dove augura buona giornata al mondo e appunta velocemente frizzi e lazzi di varia natura: società, costumi, politica, donne, insomma, tutti i tic della modernità che ci ritroviamo addosso, sulla pelle, nell’immaginario, nella quotidianità, nella socialità.

“Questa cosa che basta il pensiero… Dovrebbe valere anche quando pensi di andare a correre…”.

Se Quinto Orazio Flacco al suo tempo chiosò: “Ridentem dicere verum: quid vetat?” (Dire la verità ridendo: cosa lo vieta?) e nel Settecento il poeta francese Jean de Santeul gli fece eco: “Castigat ridendo mores”, la satira ha padri antichi quanto nobili. Dopo Totò, Sordi e Fantozzi, al giorno d’oggi Albanese, Checco Zalone, Crozza.

“A volte sorridi, e nessuno vede i tuoi sorrisi. A volte piangi, e nessuno vede le tue lacrime. Scorreggi, si girano tutti…”.

E Totò Vallo ben lo sa. Ogni giorno distilla una goccia del suo nettare esistenzial- filosofico e lo dona al mondo dal suo negozietto, all’ombra del mitico Faro, della Cascata Monumentale e l’Omomorto, in uno dei luoghi più belli del mondo: Leuca. Ha girato un sacco, poi la nostalgia ha vinto: è tornato nella sfolgorante bellezza di Finibus Terrae, ha messo su casa e famiglia (ha un bimbo di 5 anni), aperto la sua attività commerciale tre anni fa.

Diploma da geometra a Lecce (Itg Galileo Galilei), Ingegneria a Perugia, ha iniziato a lavorare dopo il terremoto del 1997 (Umbria e Marche), poi con una società italiana, SEA, di stanza in Egitto, che si occupa di lavori subacquei per strutture petrolifere.

Dopo vent’anni in giro per il mondo, fra West Africa e Medio Oriente, ha vinto il richiamo delle radici, il mare s’inverno, il lungomare, le chiacchiere al bar con i pescatori ed è tornato.

Il suo amore per Leuca si è tradotto in un paio di libri fotografici con uno amico che si è inventato il sito leucaweb, “Leuca scatti del passato”, con Francesco Vallo e Toni De Veglia e una guida con Michele Rosafio e ancora De Veglia (“Leuca itinerario e scenario di Finibus Terrae”, guida al turista): giusto per sottolineare il rapporto ancestrale con la terra natìa che si porta nei cromosomi. La stessa allegra brigata che pubblica “La spina de rizzu”, rivista annuale amata dai turisti.


E’ nelle giornate in negozio (via Enea) che comincia a riflettere sulla vita, a filosofeggiare sulle minuzie quotidiane e si inventa le lavagnette dove inizialmente appunta “proverbi, detti, pensieri semiseri”.

Quando prende confidenza col mezzo, il social, Pasquino graffia, con arguzia ed eleganza, a volte asprezza: nessuno si è mai offeso.

Aveva ragione Orazio: sorridendo si dicono grandi verità, e la sincerità fa parte del dna di Totò Vallo e della gente di Terra d’Otranto.

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