Un nuovo modo di stare insieme online: la socializzazione competitiva
Ormai gli esperti sono tutti d’accordo: l’era dei social network è finita. Se il primo a far vedere segni di cedimento era stato MySpace, adesso tocca anche al suo “erede” Facebook, con un declino che coinvolge inevitabilmente anche Twitter e Instagram, con il solo TikTok a dare segnali positivi. Se i social chiudono, o vengono snaturati dal loro intento iniziale, lo si deve soprattutto agli utenti e al cambiamento delle loro abitudini online.
Eredità della pandemia, sicuramente, che ha portato conseguenze più intime, sul piano della quotidianità, dei nostri stili di vita e dei nostri passatempi. È cambiata infatti la nostra socialità, il nostro modo di stare sul web, che se prima era rivolto alla nostra cerchia di amici e di conoscenti, con contenuti personali, lenti e pensati, adesso è proiettata verso l’esterno, verso personalità dello spettacolo o celebri, con i loro contenuti sempre più rapidi, sempre più veloci. A sostituire il concetto di social ci ha pensato anche il boom dell’industria del gaming, che con le sue community di appassionati ha soppiantato quell’idea di stare insieme in rete. Si arriva così al concetto di socializzazione competitiva, un termine nato nel Regno Unito che guarda al binomio tra intrattenimento e gioco.
Ne ha parlato di recente anche Kevin Williams, esperto del settore nonché esponente della Spider Entertainment, in occasione della Eag Expo di Londra. Williams ha parlato dell’ultima tendenza della scena internazionale, la “Competitive Socialising”, appunto: “E’ facile rendersi conto che il pubblico è tornato oggi assetato di intrattenimento e di ambienti ricettivi che risultino socialmente inclusivi. Come con altri grandi sconvolgimenti nella vita sociale vediamo anche nuovi elementi emergere in popolarità”. Il caso più lampante è quello dei pagamenti in forma cashless ormai protagonista in molti aspetti della vita, ma non solo: “C'è stata una crescita continua in quello che è stato chiamato intrattenimento sociale e da altri soprannominato 'socializzazione competitiva' – continua l’esperto - Alimentato dalla necessità per i gruppi di divertirsi, oltre a condividere l'ospitalità, è emerso un nuovo genere di luogo di intrattenimento". Una tendenza che accomuna tanto la filiera tradizionale e fisica (con pub, ristoranti, sale gioco) tanto quella online e digitale. E chissà che non possa essere proprio questa nuova impostazione a garantire una nuova crescita e una fattiva ripresa del mercato del gaming, sia nella parta terrestre che in quella legata al web. Perché potrà cambiare tutto, ma non la voglia di stare insieme.