BARI - “Bene, anzi benissimo il bike sharing presentato in pompa magna. Peccato solo che il servizio sia stato pensato per una minoranza della popolazione cittadina: ben tre dei cinque municipi di Bari non sono interessati dal servizio e tra questi, ovviamente, il quinto municipio”. Così Luca Cicciomessere, coordinatore di Fratelli d’Italia del quartiere a nord di Bari, sulla recente delibera che istituisce il nuovo servizio di bike sharing.
Negli scorsi giorni, il servizio è stato ufficialmente avviato con l’installazione delle prime 50 postazioni, poco meno della metà di quelle totali. Nessuna, però, è stata prevista nei territori periferici che, di fatto, si troveranno esclusi dalla possibilità di usufruire di questa forma alternativa di mobilità.
Per i quartieri Marconi, San Girolamo, Carbonara, Palese e S. Spirito e molte altre zone, insomma, non ci sarà nessun passo in avanti per incentivare la mobilità sostenibile e ridurre l’uso dell’auto privata. Sul sito del comune è, infatti, apparso l’elenco dei siti interessati dall’installazione delle postazioni: tutte nei municipi 1 e 2.
“In totale la dotazione di mezzi prevede in sette anni 525 bici muscolari e 205 e-bike. Possibile che non si potesse prevedere un qualche tipo di fruizione anche per i cittadini che non abitano il centro cittadino evitando questa ingiusta discriminazione?”, ha incalzato il coordinatore.
Sulla questione ha chiesto lumi anche il consigliere di FDI Antonio Ciaula che, in qualità di presidente della commissione sulla trasparenza, ha anticipato una battaglia sul tema, così come non ci sta il suo collega Michele Picaro: “Quando il sindaco e l’assessore Galasso si dicono orgogliosi di offrire un nuovo servizio ‘alla città di Bari’, dovrebbero essere più corretti e parlare solo di una piccola porzione della città a cui è riservata questa opportunità e una piccola porzione di cittadini ovvero coloro che abitano tra Torre a Mare, come il sindaco, Poggiofranco, Mungivacca e il centro. Come sempre, ci sono figli e figliastri, cittadini di serie A e di serie B e questo è ingiustificabile visto che il servizio è pagato da tutti, anche da chi ne è di fatto escluso!”.