BARI - È stato presentato questa mattina, negli spazi del Museo Civico di Bari, l’intervento di restauro del Fondo fotografico Adolfo Porry - Pastorel, finanziato dal Ministero della Cultura - Direzione Generale Archivi e realizzato su progettazione della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia dalla restauratrice Sandra Maria Petrillo.
Si tratta di 81 stampe alla gelatina al bromuro d’argento eseguite per il «Giornale d’Italia» dal fotoreporter Adolfo Porry-Pastorel (1888-1960), padre fondatore del fotogiornalismo italiano, divenute di proprietà del Comune di Bari a seguito dell’«Esposizione di guerra» del gennaio 1919 nei locali al piano terra del Teatro Margherita.
Il delicato intervento conservativo è stato eseguito dalla restauratrice di fama internazionale Sandra Maria Petrillo, titolare della SMP International Photo Conservation Studio SMP, specializzata nel restauro fotografico presso l’Institut National du Patrimoine - INP di Parigi. Il restauro non soltanto ha reso possibile il recupero dell’integrità materiale del Fondo, ma ha anche rappresentato un momento di conoscenza del lavoro del grande fotoreporter italiano.
I danni di natura estrinseca e intrinseca che caratterizzavano lo stato di conservazione delle 81 stampe fotografiche, ora restaurate, narrano la storia del manufatto, dalla sua realizzazione alle vicende che ne hanno determinato la conservazione nel tempo. Ne emerge un quadro affascinante che descrive anche il lavoro del fotoreporter agli albori del XX secolo e durante le Guerre Mondiali, nonché l’esigenza di riprendere l’attualità trasmettendo il prima possibile rullini e stampe alle testate giornalistiche con i mezzi allora a disposizione. In questo senso il restauro diventa portatore di aspetti inediti quale momento metodologico del riconoscimento dell’opera d’arte nella sua consistenza fisica e nella sua duplice polarità estetica e storica, in vista della sua trasmissione al futuro, in osservanza della celebre definizione di Cesare Brandi.
“Il Fondo Porry-Pastorel, con le sue 81 stampe fotografiche, rappresenta un segmento di grande valore del patrimonio culturale custodito nel nostro Museo Civico - ha commentato l’assessora alle Culture Ines Pierucci -. Grazie a questo intervento conservativo, realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura, sarà possibile costruire un percorso di valorizzazione che auspichiamo possa culminare in un evento espositivo finalizzato alla conoscenza di un importante periodo storico, quello a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, nonché del lavoro di un grande fotoreporter italiano quale Pastorel, che consegniamo alle nuove generazioni affinché possano cogliere l’importanza di questa straordinaria testimonianza fotografica. Ringrazio la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia, guidata da Marco Bascapè, per aver promosso e sostenuto questo importante progetto di cura e valorizzazione avviato nel 2021 in collaborazione con l’assessorato alle Culture della città di Bari”.
“La conservazione del patrimonio archivistico e librario è una missione cardine della Soprintendenza, quotidianamente impegnata nella tutela del territorio pugliese, e al contempo rappresenta una sfida per la sua complessità - sottolinea il Soprintendente agli archivi e biblioteche della Puglia, Marco Giacomo Bascapè -. Siamo felici di consolidare, con questo restauro, la collaborazione con il Comune di Bari, tramite l’assessora alle Culture della Città di Bari, Ines Pierucci, per offrire alla collettività contenuti culturali di qualità”.
“Il lavoro di progettazione a fondamento dell’intervento di restauro ha rappresentato un momento delicato, in cui le competenze interne del Ministero sono state fondamentali per il recupero del fondo - ha ricordato Simona Cicala, funzionaria restauratrice e conservatrice presso la Soprintendenza -. L’intero progetto è stato basato sul principio di minimo intervento, nel rispetto dell’originalità dell’opera e di tutti quegli elementi che la rendono unica e che parlano non soltanto della sua vita materica, ma anche del suo luogo di conservazione e di appartenenza”.
“Anche dopo molti anni di esperienza, il restauro è per me sempre emozionante - commenta Sandra Maria Petrillo, esecutrice dell’intervento -, poiché permette di stabilire un rapporto quasi intimo tra l’opera e il restauratore, avendo questo il privilegio di toccarla con mano. Così è stato con le stampe fotografiche di Porry-Pastorel, il cui vissuto evoca le modalità operative impiegate dal fotoreporter, ma anche quelle di fruizione delle immagini nel tempo, tracce queste che il restauro ha voluto rispettare e preservare”.
“Grazie al complesso lavoro di riordino dei depositi del Museo, condotto nei primi tre anni di partenariato speciale, è stato possibile comprendere le priorità di restauro per i tanti beni artistici e storici tutt’ora poco valorizzati che, come nel caso del fondo Pastorel, stanno restituendo pagine importanti della storia cittadina e nazionale tra Ottocento e Novecento - ha sottolineato Francesco Carofiglio, responsabile della gestione del Museo Civico -”. N.B. Le riproduzioni delle imagini di Porry-Pastorel in allegato sono state eseguite da Gabriele Maschio - SMP Studio, si prega i colleghi di volerne citare il copyright.
Si tratta di 81 stampe alla gelatina al bromuro d’argento eseguite per il «Giornale d’Italia» dal fotoreporter Adolfo Porry-Pastorel (1888-1960), padre fondatore del fotogiornalismo italiano, divenute di proprietà del Comune di Bari a seguito dell’«Esposizione di guerra» del gennaio 1919 nei locali al piano terra del Teatro Margherita.
Il delicato intervento conservativo è stato eseguito dalla restauratrice di fama internazionale Sandra Maria Petrillo, titolare della SMP International Photo Conservation Studio SMP, specializzata nel restauro fotografico presso l’Institut National du Patrimoine - INP di Parigi. Il restauro non soltanto ha reso possibile il recupero dell’integrità materiale del Fondo, ma ha anche rappresentato un momento di conoscenza del lavoro del grande fotoreporter italiano.
I danni di natura estrinseca e intrinseca che caratterizzavano lo stato di conservazione delle 81 stampe fotografiche, ora restaurate, narrano la storia del manufatto, dalla sua realizzazione alle vicende che ne hanno determinato la conservazione nel tempo. Ne emerge un quadro affascinante che descrive anche il lavoro del fotoreporter agli albori del XX secolo e durante le Guerre Mondiali, nonché l’esigenza di riprendere l’attualità trasmettendo il prima possibile rullini e stampe alle testate giornalistiche con i mezzi allora a disposizione. In questo senso il restauro diventa portatore di aspetti inediti quale momento metodologico del riconoscimento dell’opera d’arte nella sua consistenza fisica e nella sua duplice polarità estetica e storica, in vista della sua trasmissione al futuro, in osservanza della celebre definizione di Cesare Brandi.
“Il Fondo Porry-Pastorel, con le sue 81 stampe fotografiche, rappresenta un segmento di grande valore del patrimonio culturale custodito nel nostro Museo Civico - ha commentato l’assessora alle Culture Ines Pierucci -. Grazie a questo intervento conservativo, realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura, sarà possibile costruire un percorso di valorizzazione che auspichiamo possa culminare in un evento espositivo finalizzato alla conoscenza di un importante periodo storico, quello a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, nonché del lavoro di un grande fotoreporter italiano quale Pastorel, che consegniamo alle nuove generazioni affinché possano cogliere l’importanza di questa straordinaria testimonianza fotografica. Ringrazio la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia, guidata da Marco Bascapè, per aver promosso e sostenuto questo importante progetto di cura e valorizzazione avviato nel 2021 in collaborazione con l’assessorato alle Culture della città di Bari”.
“La conservazione del patrimonio archivistico e librario è una missione cardine della Soprintendenza, quotidianamente impegnata nella tutela del territorio pugliese, e al contempo rappresenta una sfida per la sua complessità - sottolinea il Soprintendente agli archivi e biblioteche della Puglia, Marco Giacomo Bascapè -. Siamo felici di consolidare, con questo restauro, la collaborazione con il Comune di Bari, tramite l’assessora alle Culture della Città di Bari, Ines Pierucci, per offrire alla collettività contenuti culturali di qualità”.
“Il lavoro di progettazione a fondamento dell’intervento di restauro ha rappresentato un momento delicato, in cui le competenze interne del Ministero sono state fondamentali per il recupero del fondo - ha ricordato Simona Cicala, funzionaria restauratrice e conservatrice presso la Soprintendenza -. L’intero progetto è stato basato sul principio di minimo intervento, nel rispetto dell’originalità dell’opera e di tutti quegli elementi che la rendono unica e che parlano non soltanto della sua vita materica, ma anche del suo luogo di conservazione e di appartenenza”.
“Anche dopo molti anni di esperienza, il restauro è per me sempre emozionante - commenta Sandra Maria Petrillo, esecutrice dell’intervento -, poiché permette di stabilire un rapporto quasi intimo tra l’opera e il restauratore, avendo questo il privilegio di toccarla con mano. Così è stato con le stampe fotografiche di Porry-Pastorel, il cui vissuto evoca le modalità operative impiegate dal fotoreporter, ma anche quelle di fruizione delle immagini nel tempo, tracce queste che il restauro ha voluto rispettare e preservare”.
“Grazie al complesso lavoro di riordino dei depositi del Museo, condotto nei primi tre anni di partenariato speciale, è stato possibile comprendere le priorità di restauro per i tanti beni artistici e storici tutt’ora poco valorizzati che, come nel caso del fondo Pastorel, stanno restituendo pagine importanti della storia cittadina e nazionale tra Ottocento e Novecento - ha sottolineato Francesco Carofiglio, responsabile della gestione del Museo Civico -”. N.B. Le riproduzioni delle imagini di Porry-Pastorel in allegato sono state eseguite da Gabriele Maschio - SMP Studio, si prega i colleghi di volerne citare il copyright.