LECCE - Dona un miliardo e 600 milioni di vecchie lire a un nipote, dopo 20 anni chiede indietro 800mila euro perché "ingrato". Protagonista della vicenda è Vincenzo Barba, imprenditore petrolifero, ex senatore, ex sindaco di Gallipoli ed ex numero uno della Gallipoli srl, portando la compagine salentina ad una storica promozione in serie B. Il rapporto tra i due è cambiato nel tempo e così ha ha deciso di appellarsi all'articolo del codice civile che prevede la "revoca della donazione per ingratitudine".
La causa finirà così in Tribunale nei primi giorni di maggio, il nipote avrebbe rotto ogni ponte e legame con lo zio, anche quando quest'ultimo gli avrebbe chiesto un prestito di 5mila euro dopo essere caduto in disgrazia, ma non soltanto. Il nipote lo avrebbe insultato davanti ad altre persone.
Le due versioni non coincidono, come sostiene il nipote, di essere stato al contrario “sempre attivo, anche dopo la donazione, in tutte le campagne elettorali” e di essersi “speso in suo favore in maniera disinteressata, mosso solo da grande affetto e devozione, rifiutando persino eventuali regalie e godendo profonda stima per lui”, come si legge nelle carte.
I due congiunti si sono incontrati per il tramite dei rispettivi legali (Anna Maria e Gabriele Ciardo per Vincenzo Barba, Anna Panico per il nipote) in sede di mediazione. Nessun accordo, si va davanti al giudice civile agli inizi di maggio.