BARI - "Una brutta pagina della politica pugliese". Lo ha detto in merito alla legge che prolunga la durata della consiliatura regionale fino a 9-10 mesi in caso di dimissioni del presidente il sindaco di Bari Antonio Decaro.
Un provvedimento che è stato ribattezzato "Salva Consiglio" perché allunga la permanenza dei consiglieri regionali e quindi non darebbe a Decaro la possibilità di candidarsi alla presidenza regionale.
"Allungare il mandato in corso, in caso di dimissioni del presidente, facendolo con voto segreto, senza distinzione tra maggioranza ed opposizione, equivale a dire - afferma Decaro - che chi detta le regole del gioco non sono più i cittadini ma i politici".
"Quello che è avvenuto a fine dicembre - argomenta -, mentre il Consiglio era impegnato a discutere e approvare la legge di Stabilità , è un segnale molto brutto nei confronti degli elettori". Cosa si sarebbe dovuto fare? "Una cosa semplice: avviare una discussione su una riforma complessiva della legge elettorale". Ora - spiega Decaro - "penso che il Consiglio regionale sia nelle condizioni di tornare sui suoi passi. È segno di intelligenza riflettere sulle proprie incertezze. Conosco tanti consiglieri che hanno sensibilità e coraggio per ammettere i propri errori".
"Affidare la soluzione di questa vicenda ai giudici è sbagliato. I giudici - conclude - controllano ed intervengono quando le parti non sono in grado di farlo da sole. E questa vicenda riguarda la politica ed il suo rapporto fondamentale con la base elettorale. È materia che non lascerei alla magistratura, per quanto si tratti dell'alto intervento della Corte costituzionale".
Un provvedimento che è stato ribattezzato "Salva Consiglio" perché allunga la permanenza dei consiglieri regionali e quindi non darebbe a Decaro la possibilità di candidarsi alla presidenza regionale.
"Allungare il mandato in corso, in caso di dimissioni del presidente, facendolo con voto segreto, senza distinzione tra maggioranza ed opposizione, equivale a dire - afferma Decaro - che chi detta le regole del gioco non sono più i cittadini ma i politici".
"Quello che è avvenuto a fine dicembre - argomenta -, mentre il Consiglio era impegnato a discutere e approvare la legge di Stabilità , è un segnale molto brutto nei confronti degli elettori". Cosa si sarebbe dovuto fare? "Una cosa semplice: avviare una discussione su una riforma complessiva della legge elettorale". Ora - spiega Decaro - "penso che il Consiglio regionale sia nelle condizioni di tornare sui suoi passi. È segno di intelligenza riflettere sulle proprie incertezze. Conosco tanti consiglieri che hanno sensibilità e coraggio per ammettere i propri errori".
"Affidare la soluzione di questa vicenda ai giudici è sbagliato. I giudici - conclude - controllano ed intervengono quando le parti non sono in grado di farlo da sole. E questa vicenda riguarda la politica ed il suo rapporto fondamentale con la base elettorale. È materia che non lascerei alla magistratura, per quanto si tratti dell'alto intervento della Corte costituzionale".