“L’India ci ha travolti con i suoi traffici, i rumori, gli odori…”, continua il viaggio di Lidia e Tom


FRANCESCO GRECO -
“Siamo a Mumbai, in India… Siamo arrivati da pochi giorni dopo quasi due di viaggio partendo da Santiago de Chile...”. All’altro capo della chat Lidia Blandolino (Tricase, Lecce) e Tom Vasseur (Olanda).

DOMANDA: Le prime impressioni di quel continente misterioso e complesso?

RISPOSTA: “L'India ci ha travolti subito col suo traffico, di veicoli e di gente, i suoi rumori, i suoi odori e la sua cucina. È ancora presto per avere delle impressioni chiare su questo Paese, ma sicuramente ci ha colpiti il mix e la convivenza di culture e religioni diverse”.

D. Primo luogo visitato?

R. “L'isola di Elephanta, di fronte alla città, dove ci sono delle grotte dedicate in maggioranza al culto di Shiva, uno dei più importanti dell'Induismo. Molto, molto interessante…”.

D. L’ultimo ricordo del Cile?

R. “Le balene avvistate vicino l’isola di Chaňaral, nella regione di Atacama…”.

D. Vogliamo tornare sui retroscena di un viaggio così affascinante, la sua organizzazione?

R. “Volentieri. Non abbiamo contatti in ogni Paese che abbiamo visitato o visiteremo, però abbiamo già incontrato un po' di amici e conoscenti (un'amica di Tom a New York che ci ha ospitati, un altro suo amico che si è sposato ad Annapolis a fine ottobre e ha in parte contribuito alla programmazione delle tappe con la data del matrimonio, una mia ex collega in Costa Rica e a Santiago de Chile siamo stati con una mia amica d'infanzia, tricasina doc, che ora vive lì”.

D. E adesso l’India…

R. “Probabilmente incontreremo una nostra amica che sarà anche lì in viaggio e un amico di famiglia indiano che vive a Tricase, ma adesso si trova in India. In più la seconda moglie del padre di Tom è di origini indiane e conosce molto bene l'India, quindi ci ha dato molte dritte e anche molti contatti sul territorio che saremo felici di sfruttare”.
D. Incontrate molta gente che come voi viaggia per il mondo, una sorta di community ideale?

R. “Nei vari posti, stando spesso in ostelli o comunque visitando luoghi che attraggono in generale turisti, è facile incontrare, scambiare opinioni e consigli e creare dei legami con persone da varie parti del mondo e con una parte dei quali siamo ancora in contatto e speriamo di restarci”.

D. L’idea che ci siamo fatti di quei luoghi, scaturita dalle narrazioni sovrapposte, coincide con la realtà che trovate de visu?

R. ”In generale abbiamo trovato che molti posti si siano rivelati quasi esattamente come gli stereotipi che avevamo in mente e che eravamo pronti a distruggere. In particolare gli Stati Uniti, anche grazie o per colpa di Hollywood, sono in buona parte esattamente come ce li immaginavamo. New York ad esempio è uno stereotipo di se stessa, tanto che sembrava di essere continuamente in un film, il che ci ha affascinati, ma ci ha anche lasciati storditi e confusi un po' di volte. Ovviamente sono impressioni molto personali e soggettive, basate su quello che abbiamo visto e percepito noi nel poco tempo che abbiamo trascorso in ogni posto e non hanno valore se non per noi stessi e per quello che in qualche modo ci rimarrà da questa esperienza”.

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