ROMA - Sono 125 le donne uccise nel 2022, il 95% maggiorenni e il 78% italiane. Sono stati 103 gli omicidi in ambito familiare, 61 per mano del partner o ex, 34 da un genitore o da un figlio. È quanto emerge dal Rapporto sulle donne vittime di violenza curato dalla Direzione centrale della polizia criminale in occasione della Giornata internazionale della donna.
Una donna uccisa ogni tre giorni
Si tratta di un trend in aumento (+12%) dal 2019, anno in cui erano state riscontrate 112 vittime donne, dato che poi cresce progressivamente con un'incidenza che sale dal 35% di tre anni fa al 39% dell'anno scorso: di queste, il 95% erano maggiorenni e il 78% italiane.
La famiglia come trappola
Nell'ambito familiare/affettivo nel 2022 la percentuale delle vittime donne si attesta al 74% dei casi; tra le persone uccise dal partner o dall'ex partner, la percentuale di donne raggiunge il 91% (61 su 67), mentre solo nel 9% dei casi le vittime sono uomini. Considerando le sole donne uccise in ambito familiare/affettivo, le stesse sono vittime di partner o ex partner nel 59% dei casi (61 su 103). Numerosi anche i casi in cui risultano uccise per mano di genitori o figli (34 su 103, il 33%), mentre è residuale il caso di omicidi commessi da altro parente (8 su 103, l'8%).
Quanto al cosiddetto 'modus operandi', negli omicidi volontari di donne avvenuti in ambito familiare/affettivo si rivela preminente l'uso di armi improprie o armi bianche, che ricorre in 49 casi; in 23 eventi sono state utilizzate armi da fuoco. Seguono le modalità di asfissia, soffocamento, strangolamento (16 omicidi), lesioni o percosse (14 eventi) e avvelenamento (un unico caso). L'azione di contrasto mostra, a partire dal 2020, una flessione della percentuale dei casi scoperti, con il minimo nel 2022: il decremento nell'ultimo anno fa comunque registrare una percentuale di casi scoperti pari all'86%.
La violenza sessuale in aumento
Violenze sessuali in aumento del 13,5%, atti persecutori e maltrattamenti in famiglia in diminuzione rispettivamente del 7,8 e del 2,2%. È l'andamento dei cosiddetti 'reati spia' della violenza di genere rilevato per lo scorso anno dal Rapporto della Direzione centrale della polizia criminale in occasione dell'8 marzo. Le violenze sessuali, dopo il dato più basso fatto registrare nell'anno della pandemia (4.497), sono cresciute costantemente, diventando 5.274 nel 2021 e 5.991 (una media di più di 16 al giorno) l'anno scorso. Le vittime di genere femminile continuano a risultare predominanti, con il 91%; di queste il 71% sono maggiorenni e il 79% di nazionalità italiana. Stabile l'efficacia dell'azione investigativa, con una percentuale di casi scoperti che si attesta al 61% (+4%). Emilia Romagna, Liguria e Trentino Alto Adige sono le regioni con la più elevata incidenza dei reati commessi, Basilicata, Campania e Abruzzo quelle con i valori più bassi.
Diminuiscono i reati di stalking
Sul fronte dello stalking, si rileva un trend crescente del numero di reati sino al 2021 (18.724) e un successivo decremento nell'ultimo anno (17.259). L'azione di contrasto, dopo aver evidenziato un progressivo calo fino al valore più basso due anni fa (59% di reati scoperti), nel 2022 fa registrare una significativa inversione di tendenza, attestandosi al 67%. L'incidenza dei reati commessi risulta più elevata in Campania, Sicilia e Puglia. Le regioni in cui si registra un'incidenza minore sono il Veneto, il Trentino Alto Adige e le Marche. Anche nel 2022, in linea con il passato, le vittime sono per lo più di genere femminile (74%): di queste, il 96% sono maggiorenni e l'88% è di nazionalità italiana.
Nel caso dei maltrattamenti contro familiari e conviventi, fino al 2021 si rileva un trend crescente dei reati commessi, che invece decrescono nell'ultimo anno: erano 23.728 nel 2021, sono stati 23.196 nel 2022. Allo stesso modo, la relativa azione di contrasto, dopo aver conosciuto una progressiva decrescita fino al valore più basso nel 2021 (71% di reati scoperti), nel 2022 evidenzia un'inversione di tendenza, con un incremento della percentuale dei delitti scoperti, che si attesta al 77%: la Campania, la Sicilia e l'Emilia Romagna risultano le regioni con la più elevata incidenza dei reati commessi, il Molise, la Valle d'Aosta e le Marche quelle in cui tale incidenza è più bassa.
Anche per questo reato continuano a risultare predominanti le vittime di genere femminile, che nell'ultimo anno si attestano all'81%: il 93% sono maggiorenni e il 76% è di nazionalità italiana. Da evidenziare infine come, tra il 2019 e il 2022, anche l'azione di contrasto ai 'reati spia' abbia fatto registrare un tendenziale incremento dei presunti autori noti, del 10% per gli atti persecutori e del 12% per i maltrattamenti contro familiari e conviventi e per le violenze sessuali.
Le violenze sui disabili
"Nel complesso scenario della violenza di genere, un fenomeno particolarmente preoccupante è rappresentato dalla violenza nei confronti delle donne con disabilità perché le vittime, che già vivono una particolare fragilità , subiscono una doppia discriminazione che le rende esposte a forme ulteriori e peculiari di sopraffazione". È l'allarme lanciato dal Rapporto sulle donne vittime di violenza curato dalla direzione centrale della polizia criminale in occasione dell'8 marzo.
Dal monitoraggio condotto dall'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori emerge come i 'reati spia' della violenza di genere commessi nei confronti di donne con disabilità , anche minorenni, abbiano subito una flessione negli ultimi due anni: in particolare, i maltrattamenti contro familiari e conviventi sono scesi dai 128 del 2021 ai 112 del 2022, le violenze sessuali da 27 a 24, gli atti persecutori da 14 a 9. Spesso gli abusi vengono realizzati all'interno della famiglia o nelle strutture deputate alla cura e all'assistenza.
Generalmente l'autore del reato è una persona vicina, che gode della fiducia della vittima, come un familiare, un amico, un operatore sanitario, un insegnante, un volontario o il caregiver. Lo sfruttamento dello stato di disabilità avviene anche on line, nei confronti di giovani donne contattate sui social network, circuite e indotte a produrre materiale sessualmente esplicito. In alcuni casi si registrano richieste estorsive, anche di natura sessuale, sotto la minaccia di divulgare il materiale pornografico che ritrae la vittima.
Nel 2022 le violazioni dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare sono state 2.493, il 14,3% in più rispetto all'anno precedente; i reati di deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso 98, il 7,6% in più; i reati di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti 1.178, il 15,5% in meno; i reati di costrizione o induzione al matrimonio 11, il 54,1% in meno. È l'analisi - contenuta nel Report sulle donne vittime di violenza curato dalla Direzione centrale della polizia criminale - dei reati introdotti dal cosiddetto "Codice rosso", la legge 19 luglio 2019.
Gli effetti del 'Codice rosso'
Dall'entrata in vigore delle nuove norme a oggi il numero dei reati commessi è andato progressivamente aumentando per il reato di deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso e per le violazioni ai provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa; per la costrizione o induzione al matrimonio e per la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti ('revenge porn'), si registra un decremento nell'ultimo anno.
Per quel che riguarda le vittime di questo tipo di delitti, l'incidenza di quelle di genere femminile ha registrato valori che si attestano tra il 65 e il 96%, tranne che per la deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso i cui valori oscillano dal 23% del 2021 al 26% dell'anno successivo. Migliora l'azione di contrasto per tutte le fattispecie sino al 2021, con un leggero decremento, nel 2022, sia per la costrizione o induzione al matrimonio (-14%) che per la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (-22%).
Tags
AttualitÃ