BARI - “Sui Consorzi di Bonifica da tempo chiediamo un cambio di passo. Il nuovo Piano Generale di Bonifica, tutela e valorizzazione del territorio potrebbe garantire, nell’ambito di un quadro di interventi ben mirati, quel cambiamento che da tempo auspichiamo. Persiste nel territorio pugliese un forte sfruttamento delle falde, anche a causa di pozzi non dichiarati che stanno salinizzando il suolo. Occorre procedere con investimenti tesi a migliorare le condotte, spesso oggetto di disservizi e, quando va bene, non sufficienti a garantire il fabbisogno irriguo. Non è più possibile accettare che il prezzo dell’acqua sia diverso da provincia a provincia, con agricoltori costretti a pagare tariffe anche tre volte superiori. A ciò si aggiunge la crisi energetica che ha fatto impennare le tariffe. Aumenti che le nostre aziende agricole non possono permettersi”. Lo dichiara il vicepresidente del consiglio regionale Cristian Casili.
“Bisogna puntare - continua Casili - sul riutilizzo dei reflui urbani depurati e affinati. Questa pratica consentirebbe alle imprese di avere acqua a costi più bassi da riutilizzare in agricoltura. Bisogna accelerare in questa direzione. Mi sto battendo per utilizzare come invasi naturali le cave dismesse, un percorso per cui grazie a un mio emendamento nella scorsa legislatura, sono stati realizzati studi specialistici. Oggi i consorzi di bonifica sono purtroppo percepiti come un peso e un esempio di inadempienza dei servizi rispetto ai tributi richiesti. I consorzi hanno un compito fondamentale per quanto riguarda le bonifiche dei canali, ma dobbiamo garantirgli la massima efficienza. Adesso però occorre una unione di intenti tra enti, comuni e cittadini lasciandosi alle spalle i disservizi e rispondendo con servizi adeguati, qualità e distribuzione dell’acqua a costi sostenibili e una puntuale manutenzione dei territori interessati. A questo deve puntare il piano generale di bonifica”.
“Bisogna puntare - continua Casili - sul riutilizzo dei reflui urbani depurati e affinati. Questa pratica consentirebbe alle imprese di avere acqua a costi più bassi da riutilizzare in agricoltura. Bisogna accelerare in questa direzione. Mi sto battendo per utilizzare come invasi naturali le cave dismesse, un percorso per cui grazie a un mio emendamento nella scorsa legislatura, sono stati realizzati studi specialistici. Oggi i consorzi di bonifica sono purtroppo percepiti come un peso e un esempio di inadempienza dei servizi rispetto ai tributi richiesti. I consorzi hanno un compito fondamentale per quanto riguarda le bonifiche dei canali, ma dobbiamo garantirgli la massima efficienza. Adesso però occorre una unione di intenti tra enti, comuni e cittadini lasciandosi alle spalle i disservizi e rispondendo con servizi adeguati, qualità e distribuzione dell’acqua a costi sostenibili e una puntuale manutenzione dei territori interessati. A questo deve puntare il piano generale di bonifica”.