BARI - In ottica dell’adeguamento alla direttiva sull’efficienza energetica approvata dall’Eurocamera, Silvi Costruzioni Edili —leader dal 1970 nella progettazione, costruzione, ristrutturazione e manutenzione di fabbricati, includendo immobili sottoposti a tutela delle Belle Arti—, traccia un bilancio sulla situazione immobiliare in Italia.
Ecco allora che, basandosi su dati ISTAT, ENEA, Agenzia delle Entrate (Catasto), PoliMi (Smart Building Report) ed ICSR, Silvi Costruzioni Edili scatta una fotografia della situazione nel nostro Paese, che purtroppo —più che altri Paesi— è caratterizzato storicamente da una scarsa attenzione per l’efficientamento: il 62% del patrimonio abitativo italiano si trova infatti nelle classi energetiche F” o “G”», quelle più basse, ed il tasso annuo di ristrutturazione profonda è pari ad un esiguo 0,9%.
«Insomma sui 34 milioni di immobili residenziali che risultano all’Agenzia delle Entrate - Catasto (ma secondo il censimento Istat sarebbero invece 31,2 milioni), ben 21 milioni si trovano nelle classi F e G (il 62% secondo i dati del PoliMi) e sarebbero dunque —secondo la nuova normativa Ue— da efficientare» osserva il CEO di Silvi Costruzioni Edili, Gianni Silvi.
In pratica, la svolta dell’Europa sulle emissioni degli edifici pubblici e privati che ambisce alla ristrutturazione dell’intero parco immobiliare europeo stabilisce che:
1) gli edifici residenziali debbano entro il 2030 collocarsi tutti in classe energetica E ed entro il 2033 in classe D; 2) gli edifici della pubblica amministrazione debbano entro il 2027 collocarsi tutti in classe E ed entro il 2030 in classe D; 3) i nuovi edifici privati debbano essere tutti a zero emissioni a partire dal 2028; 4) i nuovi edifici pubblici debbano essere tutti a zero emissioni a partire dal 2026; 5) i pannelli solari debbano essere obbligatori in tutti gli edifici pubblici e non residenziali a partire dal recepimento della direttiva; 6) i bonus edilizi per le caldaie individuali con combustibili fossili debbano essere vietati dal 2024, con uno stop al riscaldamento degli edifici con combustibili fossili a partire dal 2035.
«L’obiettivo è quello di ridurre drasticamente le emissioni di gas a effetto serra ed il consumo finale di energia nel comparto dell’edilizia in tutti i Paesi dell’Ue entro il 2030 e di renderlo climaticamente neutro entro il 2050» sottolinea Silvia Silvi, General Manager della Silvi Costruzioni Edili.
Quanto costerà adeguare gli immobili? Chiaramente le spese variano da immobile ad immobile, ma gli specialisti di Silvi Costruzioni Edili —che tra i clienti, oltre a committenti pubblici ed istituzionali, annovera importanti clienti privati e Fondi Immobiliari per i quali ha realizzato “strip out” e ristrutturazioni globali di particolare importanza— stimano che per mettersi in regola dal punto di vista dell’efficienza energetica ciascun proprietario dovrà sostenere mediamente una spesa di 600 euro al metro quadro.
Ecco allora che, basandosi su dati ISTAT, ENEA, Agenzia delle Entrate (Catasto), PoliMi (Smart Building Report) ed ICSR, Silvi Costruzioni Edili scatta una fotografia della situazione nel nostro Paese, che purtroppo —più che altri Paesi— è caratterizzato storicamente da una scarsa attenzione per l’efficientamento: il 62% del patrimonio abitativo italiano si trova infatti nelle classi energetiche F” o “G”», quelle più basse, ed il tasso annuo di ristrutturazione profonda è pari ad un esiguo 0,9%.
«Insomma sui 34 milioni di immobili residenziali che risultano all’Agenzia delle Entrate - Catasto (ma secondo il censimento Istat sarebbero invece 31,2 milioni), ben 21 milioni si trovano nelle classi F e G (il 62% secondo i dati del PoliMi) e sarebbero dunque —secondo la nuova normativa Ue— da efficientare» osserva il CEO di Silvi Costruzioni Edili, Gianni Silvi.
In pratica, la svolta dell’Europa sulle emissioni degli edifici pubblici e privati che ambisce alla ristrutturazione dell’intero parco immobiliare europeo stabilisce che:
1) gli edifici residenziali debbano entro il 2030 collocarsi tutti in classe energetica E ed entro il 2033 in classe D; 2) gli edifici della pubblica amministrazione debbano entro il 2027 collocarsi tutti in classe E ed entro il 2030 in classe D; 3) i nuovi edifici privati debbano essere tutti a zero emissioni a partire dal 2028; 4) i nuovi edifici pubblici debbano essere tutti a zero emissioni a partire dal 2026; 5) i pannelli solari debbano essere obbligatori in tutti gli edifici pubblici e non residenziali a partire dal recepimento della direttiva; 6) i bonus edilizi per le caldaie individuali con combustibili fossili debbano essere vietati dal 2024, con uno stop al riscaldamento degli edifici con combustibili fossili a partire dal 2035.
«L’obiettivo è quello di ridurre drasticamente le emissioni di gas a effetto serra ed il consumo finale di energia nel comparto dell’edilizia in tutti i Paesi dell’Ue entro il 2030 e di renderlo climaticamente neutro entro il 2050» sottolinea Silvia Silvi, General Manager della Silvi Costruzioni Edili.
Quanto costerà adeguare gli immobili? Chiaramente le spese variano da immobile ad immobile, ma gli specialisti di Silvi Costruzioni Edili —che tra i clienti, oltre a committenti pubblici ed istituzionali, annovera importanti clienti privati e Fondi Immobiliari per i quali ha realizzato “strip out” e ristrutturazioni globali di particolare importanza— stimano che per mettersi in regola dal punto di vista dell’efficienza energetica ciascun proprietario dovrà sostenere mediamente una spesa di 600 euro al metro quadro.