Estate 2023, come affrontare la prova- costume? Ecco i consigli della biologa- nutrizionista Alice De Benedetto



FRANCESCO GRECO
- Primavera nell’aria, come diceva Leopardi, le temperature aumentano, le giornate si allungano, la natura si risveglia.

L’estate 2023 è alle porte e torna il leit motiv che mette ansia: la tanto temuta “prova-costume”. Forse abbiamo fatto una vita sedentaria e abbiamo mangiato un po’ più del dovuto. I nostri corpi saranno meno vestiti, più visibili e potremmo sentirci osservati. E allora, cosa fare?

Dovremmo seguire la dieta del momento? Acquistare costosi e miracolosi integratori? Magari basterebbe correggere le abitudini sbagliate a tavola e muoversi solo un pò nella natura che riprende vita?

Chiediamo qualche consiglio alla biologa- nutrizionista Alice De Benedetto.

DOMANDA: Dottoressa, l’inverno è ormai agli sgoccioli e iniziano le preoccupazioni per come appariremo agli occhi degli altri con meno vestiti addosso, cominciano così le corse ai ripari: quali sono i suoi consigli a questo proposito?

RISPOSTA: “Passano gli anni, ma la narrazione della bella stagione comincia sempre con la stessa domanda “quanti chili bisogna perdere per poter andare al mare?”. Io credo che sia arrivata l’ora di cambiare il nostro punto di vista perché questi corpi sospesi tra quello che è culturalmente accettabile e quello che è naturalmente ottenibile, sono corpi che soffrono. Chi non raggiunge l’ideale di perfezione politicamente corretto viene avvolto dalla frustrazione, questo genera scoramento e abbandono. Se la motivazione per tornare o restare in forma la si cerca negli occhi degli altri è una motivazione che dura poco, un paio di mesi, non di più. E se la motivazione giusta fosse: vorrei stare bene, non sentirmi appesantito/a e ritrovare un equilibrio tra quello che serve al mio corpo e quello che mi piace? Ma, soprattutto, chi stabilisce quale sia la forma ideale per essere accettabili? E se quell’ideale di forma fisica fosse molto vicino al concetto di salute e non si trovasse in una foto da rivista?”.

D. E quindi non sarebbe giusto prendersi cura di sé stessi, mangiando bene e mantenendosi attivi?

R. “E’ proprio il contrario! Bisognerebbe farlo per sé stessi e non per paura di mostrarsi agli altri. Nel mio lavoro accade spesso di incontrare persone demotivate, persone che non riescono più a raggiungere la forma fisica di vent’anni prima, persone che si sono sottoposte ai regimi alimentari più disparati, persone che non riescono più a capire il loro corpo, che si vergognano di mostrarsi svestite al proprio partner. E se non fossero loro ad essere sbagliate, ma se fosse il loro obiettivo a non essere realistico? Da qualche anno, si è affacciato un nuovo concetto nel mondo della nutrizione, quello del peso naturale che non è prevedibile come il peso ideale (ottenibile attraverso molteplici formule matematiche), ma è il peso raggiungibile con una sana alimentazione e con una regolare attività fisica, ma che, soprattutto, può essere mantenuto nel tempo”.
D. Come si raggiunge il peso naturale?

R, “E’ la domanda che mi pongono sempre i pazienti: “Quanto dovrei pesare?”, la mia risposta è sempre la stessa “questo lo decidi tu insieme al tuo corpo”. Il mio lavoro è indicare la strada verso un buono stato di salute, calcolare i fabbisogni di ciò che bisogna introdurre con la dieta e cercare di ristabilire un equilibrio tra ciò che si mangia e ciò che si consuma, ma sono i pazienti a lavorare con il proprio corpo. Si raggiunge l’obiettivo di peso nel momento in cui il paziente gode di un buono stato di salute, mangia quello che consuma, ha una vita sociale anche a tavola e riesce a scegliere quando e quanto serve mangiare. Abbuffarsi, mangiare spesso junk-food, condurre una vita sedentaria, abusare di alcolici, dolci, ecc... sono atteggiamenti, non sono dei bisogni. Ritornare a sentire il proprio corpo, quando ha fame, quando è pieno, quando questo o quel cibo lo fanno stare male, significa rispristinare quell’equilibrio che restituisce salute ed anche il giusto peso”.

D. E quindi dovremmo rivedere il nostro concetto di bellezza?

R. “Non saprei, perché per fortuna non esiste un unico concetto di bellezza, ognuno dovrebbe seguire il suo. Forse è giunto il momento di superare il nostro approccio giudicante in materia di bellezza, cambiare il nostro sguardo verso i corpi, rispettandone la diversità”.

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