Jazz: a Bari 'Musiche corsare'
BARI - Il jazz e la composizione, nel segno di George Russell, l’apostolo dell’improvvisazione modale, del quale ricorre il centenario della nascita, senza il quale non ci sarebbero stati il Miles Davis di «Kind of Blue» e il John Coltrane di «Impressions». Sarà, dunque, dedicata alla relazione tra il più rigoroso pensiero strutturale e il gesto creativo la seconda edizione del festival «Musiche Corsare» che, dal 20 al 23 aprile, torna al Teatro Forma di Bari per parafrasare i celebri «Scritti» di Pier Paolo Pasolini e il suo spirito anticonformista.
«In pochi giorni concentreremo proposte e artisti curiosi del rapporto tra nuova scrittura e strategie improvvisative come non si faceva in Puglia dai tempi gloriosi dell’Europa Festival di Noci e del Talos di Ruvo di Puglia prima maniera», spiega Roberto Ottaviano, che firma la direzione artistica per l’associazione Nel Gioco del Jazz presieduta da Donato Romito.
Nove i concerti, il primo dei quali, in programma giovedì 20 aprile (ore 21), s’intitola «Feel of drummatiko», omaggio del batterista Fabio Accardi ai «drummers composers», i batteristi-compositori che hanno segnato la storia del jazz, da Tony Williams a Jack DeJohnette, da Peter Erskine a Billy Cobham, giganti del ritmo ai quali renderà omaggio con Walter Celi (voce e percussioni), Francesco Lomangino (sax, flauto), Fabrizio Savino (chitarra), Bruno Montrone (pianoforte) e Gianluca Aceto (basso).
Doppio set venerdì 21 aprile (ore 20.30) con l’apertura affidata al progetto Disorder at the Border, che si presenta in versione quartetto con Tobias Delius (sax) in veste di ospite accanto al trio originario composto da Daniele D’Agaro (sax e clarinetto), Giovanni Maier (contrabbasso) e Zlatko Kaucic (batteria), quindi la stessa formazione cui si deve nel 2022 il disco live «Kataklisma» frutto di un approccio musicale fortemente narrativo. Seguirà (ore 21.45) il quartetto Sweeter Than The Day nel quale il pianista di area newyorchese Wayne Horvitz (una lunga militanza accanto a John Zorn e Bobby Previte) sperimenta la combinazione tra improvvisazione, rock elettrico e pianismo lirico in compagnia di Francesco Bigoni (sax tenore), Danilo Gallo (basso) e Zeno De Rossi (batteria).
Triplo appuntamento sabato 22 aprile con un concerto mattutino (ore 11) del Mat Trio, formazione che con Marcello Allulli (sax), Francesco Diodati (chitarra) ed Ermanno Baron (batteria) propone un jazz molto dinamico, mentre in serata si terranno gli altri due set. Il primo (ore 20.30) è dei Dark Dry Tears, con il ritorno di Danilo Gallo (basso) in veste di leader di una band nella quale, accanto a due stelle della scena europea come il clarinettista Francesco Bigoni e il sassofonista Francesco Bearzatti, spicca la presenza di Jim Black, fuoriclasse della batteria e tra gli artefici del «downtown newyorchese». L’altro concerto (ore 21.45) prevede la performance del duo «telepatico» composto dal trombonista svizzero Samuel Blaser e dal chitarrista francese Marc Ducret, sorta di estensione spigolosa del compagno di avventura.
Chiusura domenica 23 aprile con il solo in matinée (ore 11) del cantante-performer Boris Savoldelli, che alternerà l’interpretazione di brani originali, classici e ardite sperimentazioni vocali, mentre in serata sono previsti il solo di Dave Burrell (20.30), il grande pianista americano con le radici ben piantate nella tradizione afroamericana, nonché protagonista del free jazz con Archie Shepp e David Murray, e il progetto What Love (ore 21.45), versione estesa del quintetto Eternal Love di Roberto Ottaviano, che con Gaetano Partipilo, Francesco Bearzatti e Marco Colonna forma la potente sezione sax della super band, nella quale l’equilibrio tra scrittura e improvvisazione vede il coinvolgimento di Ralph Alessi alla tromba, Samuel Blaser al trombone, Michele Sannelli al vibrafono, Alexander Hawkins al piano, Giovanni Maier al contrabbasso, Danilo Gallo al basso e Zeno De Rossi alla batteria.
Per info su biglietti e abbonamenti 338.9031130 e 351.2101227. Prevendita al botteghino del Teatro Forma 080.5018161 e online sul circuito liveticket.it.
«In pochi giorni concentreremo proposte e artisti curiosi del rapporto tra nuova scrittura e strategie improvvisative come non si faceva in Puglia dai tempi gloriosi dell’Europa Festival di Noci e del Talos di Ruvo di Puglia prima maniera», spiega Roberto Ottaviano, che firma la direzione artistica per l’associazione Nel Gioco del Jazz presieduta da Donato Romito.
Nove i concerti, il primo dei quali, in programma giovedì 20 aprile (ore 21), s’intitola «Feel of drummatiko», omaggio del batterista Fabio Accardi ai «drummers composers», i batteristi-compositori che hanno segnato la storia del jazz, da Tony Williams a Jack DeJohnette, da Peter Erskine a Billy Cobham, giganti del ritmo ai quali renderà omaggio con Walter Celi (voce e percussioni), Francesco Lomangino (sax, flauto), Fabrizio Savino (chitarra), Bruno Montrone (pianoforte) e Gianluca Aceto (basso).
Doppio set venerdì 21 aprile (ore 20.30) con l’apertura affidata al progetto Disorder at the Border, che si presenta in versione quartetto con Tobias Delius (sax) in veste di ospite accanto al trio originario composto da Daniele D’Agaro (sax e clarinetto), Giovanni Maier (contrabbasso) e Zlatko Kaucic (batteria), quindi la stessa formazione cui si deve nel 2022 il disco live «Kataklisma» frutto di un approccio musicale fortemente narrativo. Seguirà (ore 21.45) il quartetto Sweeter Than The Day nel quale il pianista di area newyorchese Wayne Horvitz (una lunga militanza accanto a John Zorn e Bobby Previte) sperimenta la combinazione tra improvvisazione, rock elettrico e pianismo lirico in compagnia di Francesco Bigoni (sax tenore), Danilo Gallo (basso) e Zeno De Rossi (batteria).
Triplo appuntamento sabato 22 aprile con un concerto mattutino (ore 11) del Mat Trio, formazione che con Marcello Allulli (sax), Francesco Diodati (chitarra) ed Ermanno Baron (batteria) propone un jazz molto dinamico, mentre in serata si terranno gli altri due set. Il primo (ore 20.30) è dei Dark Dry Tears, con il ritorno di Danilo Gallo (basso) in veste di leader di una band nella quale, accanto a due stelle della scena europea come il clarinettista Francesco Bigoni e il sassofonista Francesco Bearzatti, spicca la presenza di Jim Black, fuoriclasse della batteria e tra gli artefici del «downtown newyorchese». L’altro concerto (ore 21.45) prevede la performance del duo «telepatico» composto dal trombonista svizzero Samuel Blaser e dal chitarrista francese Marc Ducret, sorta di estensione spigolosa del compagno di avventura.
Chiusura domenica 23 aprile con il solo in matinée (ore 11) del cantante-performer Boris Savoldelli, che alternerà l’interpretazione di brani originali, classici e ardite sperimentazioni vocali, mentre in serata sono previsti il solo di Dave Burrell (20.30), il grande pianista americano con le radici ben piantate nella tradizione afroamericana, nonché protagonista del free jazz con Archie Shepp e David Murray, e il progetto What Love (ore 21.45), versione estesa del quintetto Eternal Love di Roberto Ottaviano, che con Gaetano Partipilo, Francesco Bearzatti e Marco Colonna forma la potente sezione sax della super band, nella quale l’equilibrio tra scrittura e improvvisazione vede il coinvolgimento di Ralph Alessi alla tromba, Samuel Blaser al trombone, Michele Sannelli al vibrafono, Alexander Hawkins al piano, Giovanni Maier al contrabbasso, Danilo Gallo al basso e Zeno De Rossi alla batteria.
Per info su biglietti e abbonamenti 338.9031130 e 351.2101227. Prevendita al botteghino del Teatro Forma 080.5018161 e online sul circuito liveticket.it.