Mola di Bari, al van Westerhout Rattalino e Kim raccontano i rapporti tra gli Schumann e Johannes Brahms
MOLA DI BARI (BA) - Intrigante proposta dell’Agìmus di Mola di Bari con «Casa Schumann», progetto attraverso il quale verranno indagati, tra racconto e interpretazione musicale, analisi psicologica e tratti biografici, i rapporti tra Robert Schumann, sua moglie Clara Wieck e Johannes Brahms. Due gli appuntamenti, il primo in programma sabato 18 marzo (ore 20.45) al Teatro van Westerhout con Piero Rattalino, tra i più autorevoli studiosi e critici musicali, di scena in veste di narratore accanto alla moglie pianista Ilia Kim. Insieme proporranno «Da farfallone amoroso a implacabile totem: Eros e Thanatos nella vita di Schumann», un recital-racconto nel quale Kim esegue alcuni pezzi tratti da Papillon op. 2, Pezzi fantastici op. 12 e Fantasia op.17 di Schumann oltre alla splendida Sonata in fa minore op. 5 di Brahms, mentre Rattalino si fa narratore delle vicende sentimentali di Schumann con le donne che hanno contato di più sia nella sua vita privata e artistica.
Un racconto che parte dal «Farfallone amoroso» utilizzato da Figaro, nell’opera di Mozart ispirata alle sue nozze, per apostrofare il paggio Cherubino, quintessenza dell’adolescente che ha appena scoperto la forza dell’eros. E cos’è il giovane Schumann se non la reincarnazione di Cherubino? Quando vede una donna, strabuzza gli occhi, trascolora in viso, sente che il tic-tac del suo cuore impazzire. E, come Cherubino, anche Schumann ha la sua Contessa, Agnes Carus, anche se dopo s’innamora di Rosalie, una delle tre cognate, alle quali dedicherà i Papillons.
Poi, Rosalie muore di malaria, e Robert prima si fidanza con una brava ragazza, poi s’imbatte nella quattordicenne Clara Wieck, per la quale l’amore barcollerà una volta conosciuta la graziosissima pianista inglese Anna Robena Laidlaw, alla quale vengono dedicati i Pezzi fantastici op. 12. Alla fine, Robert approda alle nozze con Clara, ma il loro rapporto si logora nel giro di tredici anni, andando in piena crisi quando alla porta degli Schumann bussa Johannes Brahms. Clara non è affatto insensibile di fronte alla adorante devozione di quel bel ragazzo di vent’anni. E Schumann, quando nel febbraio del 1854 tenta il suicidio gettandosi nel Reno, viene salvato per entrare in una clinica psichiatrica, nella quale morirà due anni e mezzo più tardi. Così, programmando la sua morte, costringe Clara a essere per sempre la vedova Schumann e Johannes il suo successore, applicando quel sistema totemico (niente incesto tra membri dello stesso clan) di cui parlerà Freud anni dopo, anche se inventato dall’umanità millenni prima. Ma soprattutto Schumann sancisce il proprio passaggio da Eros a Thanatos con una vicenda degna di un dramma di Ibsen.
Riagganciandosi al progetto di Piero Rattalino e Ilia Kim, l’Agìmus continuerà ad esplorare i rapporti tra gli Schumann e Brahms con Piero Rotolo (pianista), Maurizio Pellegrini (narratore) e il recital «Sentimento, pazzia e genio creativo» sabato 8 aprile, sempre al Teatro van Westerhout (e non più domenica 19 marzo).
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