Oscar, triofano gli asiatici: Everything Everywhere All at Once vince 7 statuette
via aframe.oscars.org |
Trionfo per gli attori asiatici: mai nella storia dell'Accademia ne avevano vinti due nello stesso anno.
L'unico potenziale rivale di Everything Everywhere era il film tedesco NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE OCCIDENTALE, apprezzato dai giurati più anziani che avrebbero forse trovato troppo eccentriche le vertiginose avventure multiverso della lavandaia Evelyn Wang: il film pacifista di Edward Berger tratto dal romanzo di Eric Maria Remarque ha ottenuto quattro premi (regia , miglior film internazionale, set e colonna sonora), ma perso per l'adattamento cinematografico di Sarah Polley del potente film femminista
La serata trionfale era iniziata tra le lacrime - quelle di KE HUY QUAN - e si era conclusa con l'abbraccio finale con Harrison Ford con il quale Ke, fuggito in barca dall'incendio di Saigon da bambino e che aveva vissuto per un anno in un campo profughi, aveva ha recitato in Indiana Jones e il tempio della paura, ma poi, una volta cresciuto, non aveva ancora trovato una parte.
MICHELLE YEOH ha alla fine battuto Cate Blanchett di Tar: "Un faro di speranza", ha definito il film che l'ha rimessa in gioco a 60 anni, "per tutti i ragazzi e le ragazze che mi assomigliano. E per tutte le donne: non lascia che qualcuno ti dica che hai avuto i tuoi anni migliori".
Anche quest'anno l'Accademia aveva negato al presidente ucraino Volodymir Zelensky di inviare alcune parole da Kiev. Il messaggio politico è arrivato quando NAVALNY, il film di Daniel Roher sul tentativo del Cremlino di avvelenare Alexei Navalny, acerrimo rivale di Vladimir Putin, ha vinto una statuetta per il miglior documentario: "Mio marito è in prigione per aver difeso la democrazia. Sogno il giorno in cui sarai libero e il nostro paese sarà libero. Sii forte, ti amo "", ha detto la moglie del dissidente sul palco.
Delusione per l'Italia: Le Pupille di Alice Rohrwacher è stata battuta da AN IRISH GOODBYE nella categoria corto live action, così come Aldo Signoretti, candidato per le acconciature di Elvis.