BARI - “Alla luce della cronica emergenza idrica in Puglia, è fondamentale che la Regione pianifichi interventi di lungo periodo, anche in considerazione del fatto che oltre il 50% del nostro territorio è a rischio desertificazione. Si deve fare il massimo per garantire la continuità della risorsa idrica e per ottimizzarne l’utilizzo. Lo scorso anno ANBI ha lanciato su scala nazionale il ‘Piano Laghetti’ per trattenere e non disperdere l’acqua piovana aumentando la capacità di invaso che include, tra l'altro, l’utilizzo di cave dismesse. Un piano che in Puglia risulta già avviato grazie allo stanziamento di 100 mila euro per verificare, attraverso studi specialistici, la possibilità di riutilizzare le cave dismesse come biolaghi per il recupero e il riutilizzo delle acque reflue e di quelle piovane. Un emendamento per cui mi sono battuto, grazie al quale sono state stanziate risorse per verificare, attraverso studi specialistici, la possibilità di riutilizzare circa 600 cave pugliesi, di cui 125 presenti nella provincia di Lecce, che nel complesso sviluppano diverse centinaia di ettari per un potenziale di diversi milioni di metri cubi di acqua. Risorse che hanno permesso alle società di progettazione coinvolte di trasmettere gli studi di fattibilità, alla luce dei quali possiamo dare seguito a questa misura straordinaria che permetterebbe di rinaturalizzare questi volumi scavati nella pietra e di recuperare grandi quantità di acqua, oltre a migliorare la biodiversità e il microclima e strappare al degrado importanti zone del nostro territorio”. Lo dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale Cristian Casili.
“La realizzazione dei biolaghi - continua Casili - permetterebbe di riqualificare quei siti ottenendo una fonte di acqua di qualità a basso costo, recuperata virtuosamente, da utilizzare in periodi di forte stress idrico. Trasformare le nostre cave dismesse in biolaghi migliora non solo la qualità del nostro paesaggio, ma crea condizioni microclimatiche meno severe che favoriscono maggiore biodiversità e un virtuoso recupero delle acque a cui non possiamo più sottrarci. Mi interfaccerò con gli assessori per essere consequenziale a questi studi e realizzare i primi biolaghi con importanti ricadute in termini ambientali e produttivi”.
“La realizzazione dei biolaghi - continua Casili - permetterebbe di riqualificare quei siti ottenendo una fonte di acqua di qualità a basso costo, recuperata virtuosamente, da utilizzare in periodi di forte stress idrico. Trasformare le nostre cave dismesse in biolaghi migliora non solo la qualità del nostro paesaggio, ma crea condizioni microclimatiche meno severe che favoriscono maggiore biodiversità e un virtuoso recupero delle acque a cui non possiamo più sottrarci. Mi interfaccerò con gli assessori per essere consequenziale a questi studi e realizzare i primi biolaghi con importanti ricadute in termini ambientali e produttivi”.