Traffico di droga nel barese: sequestro di beni per oltre 20 milioni

BARI - Questa mattina i Carabinieri del Comado Provinciale di Bari hanno eseguito un decreto di sequestro di prevenzione finalizzato alla confisca, emesso dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione di Bari (Presidente dott.ssa Giulia Romanazzi) su richiesta della Procura della Repubblica di Bari - Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di Dello Russo Roberto, pregiudicato, indagato per aver promosso e diretto un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti operante su Terlizzi e nelle zone limitrofe.

Secondo l’accusa l’associazione gestiva in modo monopolistico la piazza di spaccio di Terlizzi e il Dello Russo Roberto, tuttora detenuto, ritenuto il capo indiscusso dell’omonimo clan, è stato recentemente condannato in primo grado dal Gip/Gup presso il Tribunale di Bari a 20 anni di reclusione in seguito all’operazione “Anno Zero” eseguita sempre dai Carabinieri del Comando Provinciale di Bari all’inizio dell’anno 2020.

Il valore del patrimonio sottratto stamattina alla disponibilità dell’interessato e della sua famiglia è stimato in oltre 20 milioni di euro ed è composto da: - 5 terreni (uliveti, mandorleti, vigneti, seminativi) per un’estensione di oltre 2 ettari ubicati in agro di Terlizzi; - 4 fabbricati (un appartamento, la sontuosa villa ove risiede il proposto e due estesi capannoni industriali); - 2 società di capitali, denominate “Nuova Adriatica Car s.r.l.” e “M.Auto s.r.l.” ed i relativi compendi aziendali, il cui oggetto sociale è il riciclaggio industriale di metalli e concessionarie di autovetture e mezzi pesanti. 

Al 31 dicembre 2021, il volume d’affari complessivo di entrambe le aziende è stato di circa 7 milioni di euro; - varie disponibilità bancarie presso 5 istituti di credito; - 36 tra automobili, autoarticolati e mezzi industriali.

L’odierno provvedimento emesso dal Tribunale - Sezione Misure di Prevenzione di Bari, accoglie la proposta della DDA della Procura della Repubblica di Bari, formulata sulla base degli accertamenti patrimoniali effettuati dalla Sezione specializzata del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) che hanno ricostruito sia la carriera criminale del proposto sia gli introiti dell’intero nucleo familiare, fornendo un corposo quadro indiziario in ordine all’illecita provenienza della sua ricchezza, accumulata negli ultimi 20 anni e che costituirebbe il compendio del traffico di droga.

L’importante risultato - frutto della collaborazione tra la magistratura e le componenti investigative - rappresenta un’ulteriore conferma che la criminalità organizzata va contrastata non solo attraverso un’assidua opera di prevenzione e di repressione, ma anche attraverso attente e scrupolose indagini di natura finanziaria e patrimoniale, preziosi strumenti attraverso i quali vanno combattute le nuove, e più subdole, forme di manifestazione delle mafie.