Trinitapoli, il Tar respinge il ricorso dell'ex sindaco Losapio
MICHELE MININNI - Dopo diversi mesi il Tar del Lazio si è pronunciato sugli atti, che nell’aprile dello scorso anno portarono allo scioglimento del Comune di Trinitapoli, per presunti condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali, ritenendo che sono legittimi. Dunque è stato respinto il ricorso proposto dagli ex amministratori comunali, con in testa l’ex sindaco Emanuele Pio Losapio.
Quest’ultimo aveva
impugnato lo scioglimento del Comune mettendone in risalto, secondo alcune ragioni
l’illegittimità, lamentando anche l’omessa valutazione delle azioni compiute dagli
amministratori nel contrasto delle occupazioni abusive degli alloggi popolari e nel
recupero di un immobile concesso in comodato ad un’associazione poi colpita da
interdittiva antimafia.
Il Tar, rammentando in termini generali che “il provvedimento
di scioglimento è una misura straordinaria, di carattere non sanzionatorio bensì
preventivo, per affrontare una situazione emergenziale e finalizzata alla salvaguardia
dell’amministrazione pubblica di fronte alla pressione e all’influenza della criminalità
organizzata”, ha osservato come “gli argomenti di parte ricorrente non siano in grado
di infirmare la ricostruzione e le valutazioni operate dal Governo”.
Ancora, secondo
il Tar, il ricorso si baserebbe su “una lettura parziale e frammentaria dei dati,
omettendone alcuni di chiara rilevanza ed enfatizzandone altri di nessun interesse”.
Per i giudici, dunque, è parso “evidente l’assoluta assenza delle condizioni necessarie
per poter garantire il buon andamento e l’imparzialità delle amministrazioni comunali
e la corretta gestione dei servizi”, giustificando dunque la decisione dello
scioglimento del Comune casalino.