A Bari la tappa del progetto Pedala e Vai promosso da Cycling Pangea, Coop e Libera
BARI - Ha fatto tappa a Bari questo pomeriggio il progetto Pedala e Vai, il format riabilitativo ideato dall’associazione ciclistica dilettantistica Cycling Pangea di Mirano, con il supporto di Coop, Libera, dell’Azienda Sanitaria Beccaria di Vicenza (AULSS 8) e della Società italiana di montagna terapia.
Otto team di ciclisti in tandem sono partiti lo scorso 30 marzo da Trapani per raggiungere Trieste: una pedalata lunga 33 giorni per 32 tappe, 2300 chilometri, in cui i componenti dei vari team si alterneranno in modo da dare la possibilità ad ognuno di avere un obiettivo sfidante ma comunque alla propria portata. In sella persone con disabilità o dipendenze, che sfidano i propri limiti per raggiungere un obiettivo che coniuga sport, legalità e riabilitazione.
Al centro l’idea innovativa di portare la terapia riabilitativa al di fuori del contesto sanitario abituale e di inserirla direttamente nella società. A questo si somma la dinamica della pedalata in tandem, che impone al team una perfetta sintonia e quindi la necessità di adattamento all’altro a prescindere dalle differenti abilità o difficoltà. Ein fine si aggiunge un percorso lungo tutto lo stivale italiano che dà spazio e visibilità ad altre realtà impegnate nel recupero, nella riabilitazione e nella messa a disposizione della collettività non solo di beni, ma anche di persone: il viaggio prevede infatti anche visite ai beni confiscati alla criminalità e gestiti da Libera e incontri con i soci Coop.
A salutare i ciclisti questo pomeriggio presso la Coop di Santa Caterina, tra gli altri, l’assessore allo Sport Pietro Petruzzelli: “Abbiamo accolto con piacere l’invito a partecipare a questo incontro, che dimostra come lo sport praticato in gruppo possa portare ciascuno a misurarsi con i propri limiti e a superarli, e questo vale tanto per la dimensione fisica quanto per quella psichica. A questa speciale squadra, che nelle prossime settimane attraverserà il Paese su due ruote, va il mio apprezzamento personale e quello dell’amministrazione comunale: siete un meraviglioso esempio di determinazione e la testimonianza della validità di un approccio alternativo alla terapia tradizionale, incentrato sulla relazione, sul confronto e sulla condivisione di un’esperienza, quella del viaggio, in grado di modificare il nostro sguardo sul mondo e su noi stessi”.
Otto team di ciclisti in tandem sono partiti lo scorso 30 marzo da Trapani per raggiungere Trieste: una pedalata lunga 33 giorni per 32 tappe, 2300 chilometri, in cui i componenti dei vari team si alterneranno in modo da dare la possibilità ad ognuno di avere un obiettivo sfidante ma comunque alla propria portata. In sella persone con disabilità o dipendenze, che sfidano i propri limiti per raggiungere un obiettivo che coniuga sport, legalità e riabilitazione.
Al centro l’idea innovativa di portare la terapia riabilitativa al di fuori del contesto sanitario abituale e di inserirla direttamente nella società. A questo si somma la dinamica della pedalata in tandem, che impone al team una perfetta sintonia e quindi la necessità di adattamento all’altro a prescindere dalle differenti abilità o difficoltà. Ein fine si aggiunge un percorso lungo tutto lo stivale italiano che dà spazio e visibilità ad altre realtà impegnate nel recupero, nella riabilitazione e nella messa a disposizione della collettività non solo di beni, ma anche di persone: il viaggio prevede infatti anche visite ai beni confiscati alla criminalità e gestiti da Libera e incontri con i soci Coop.
A salutare i ciclisti questo pomeriggio presso la Coop di Santa Caterina, tra gli altri, l’assessore allo Sport Pietro Petruzzelli: “Abbiamo accolto con piacere l’invito a partecipare a questo incontro, che dimostra come lo sport praticato in gruppo possa portare ciascuno a misurarsi con i propri limiti e a superarli, e questo vale tanto per la dimensione fisica quanto per quella psichica. A questa speciale squadra, che nelle prossime settimane attraverserà il Paese su due ruote, va il mio apprezzamento personale e quello dell’amministrazione comunale: siete un meraviglioso esempio di determinazione e la testimonianza della validità di un approccio alternativo alla terapia tradizionale, incentrato sulla relazione, sul confronto e sulla condivisione di un’esperienza, quella del viaggio, in grado di modificare il nostro sguardo sul mondo e su noi stessi”.