PALERMO - È stata arrestata con le accuse di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena - aggravati dall'aver agevolato Cosa nostra - Laura Bonafede, maestra e figlia dello storico boss di Campobello di Mazara, Leonardo Bonafede, che per anni sarebbe stata la compagna di Matteo Messina Denaro. Bonafede farebbe quindi parte della rete di complici che ha protetto l'ex capomafia durante la sua lunghissima latitanza.
A coordinare l'inchiesta il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall'aggiunto Paolo Guido e dal pm della Dda Gianluca de Leo. Risulta indagata per gli stessi reati anche Martina Gentile, figlia di Laura Bonafede. Per lei la Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari, ma il gip ha rigettato l'istanza per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza. Laura Bonafede e Martina Gentile avrebbero condiviso anche periodi di convivenza con Messina Denaro durante la sua latitanza. Il gip di Palermo Alfredo Montalto ha definito “sconcertante” come Messina Denaro abbia potuto trascorrere una vita normale, nonostante “anni e anni di ricerche”, anche con “i più sofisticati sistemi di intercettazioni e di videosorveglianza”.
Bonafede era stata immortalata dalle videocamere di un supermercato mentre parlava con Messina Denaro due giorni prima del suo arresto. Il suo nome non era nuovo alle forze dell'ordine: era già uscito più volte durante le indagini nel periodo di latitanza.
A coordinare l'inchiesta il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall'aggiunto Paolo Guido e dal pm della Dda Gianluca de Leo. Risulta indagata per gli stessi reati anche Martina Gentile, figlia di Laura Bonafede. Per lei la Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari, ma il gip ha rigettato l'istanza per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza. Laura Bonafede e Martina Gentile avrebbero condiviso anche periodi di convivenza con Messina Denaro durante la sua latitanza. Il gip di Palermo Alfredo Montalto ha definito “sconcertante” come Messina Denaro abbia potuto trascorrere una vita normale, nonostante “anni e anni di ricerche”, anche con “i più sofisticati sistemi di intercettazioni e di videosorveglianza”.
Bonafede era stata immortalata dalle videocamere di un supermercato mentre parlava con Messina Denaro due giorni prima del suo arresto. Il suo nome non era nuovo alle forze dell'ordine: era già uscito più volte durante le indagini nel periodo di latitanza.